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Io mi convinsi che questo ragionamento, ispiratomi dagli dei, era il più sicuro ed il più conveniente ad un uomo equilibrato, poichè il correre ad un pericolo manifesto, per timore delle future insidie, mi sembrava cosa davvero avventata. Cedetti dunque ed obbedii, e così, in breve, mi si gettò intorno il nome e la clamide di Cesare»⁵¹. ⁴⁹ Iulian., 353, 26 sg. ⁵⁰ Idem, 355, 3.

²⁶¹ Iulian., 552 sg. In questa lettera si presenta davvero un curioso fenomeno ed è quello di un uomo che odia ferocemente degli avversari, coi quali, invece, dovrebbe andar d’accordo, perchè ha comune con essi il pensiero e la morale: tanto che, non potendo negare che essi seguono un indirizzo che, assai meglio di quello de’ suoi amici e partigiani, si avvicina al suo, non esita a dichiararli impostori, e si illude di coprire, con tale accusa, la verit

¹⁰⁷ Idem, I, 243, 23 sg. ¹⁰⁸ Iulian., 268, 10. Libanio narra come Costanzo, non ammettendo nessuna possibile conciliazione, munisse tutte le vie per le quali Giuliano poteva venire dalla Gallia in Oriente. «Ma questi, lasciando che i suoi nemici custodissero le vie comuni, ne percorse una, insolita e breve, e piena di ostacoli, come se Apollo lo guidasse e gli appianasse i passi difficili. Così, sfuggito a coloro che dovevano fermarlo, al momento opportuno, apparve, quasi sorgendo dall’abisso, simile ad un pesce, scampato dalla rete, che si nasconde sotto le onde del mare, non visto da quelli che stanno sul lido»¹⁰⁹. Altrove il retore esprime tutta la meraviglia dei contemporanei per l’audace novit

Graziosissima e singolarmente interessante è la lettera⁴¹² con cui Giuliano fa dono all’amico Evarghio di un suo campicello. ⁴¹² Iulian., 549, 18 sg.

³⁰⁹ Iulian., 559 sg.

³⁸² Iulian., 421, 19. ³⁸³ Idem, 423, 10 sg. Si vede che Giuliano sentiva una profonda antipatia per lo zio e cercava di diminuirne la fama. Quest’antipatia ha la sua naturale origine dalla posizione che Costantino aveva fatto al Cristianesimo.

³³⁷ Iulian., 469, 12 sg. «Ma, per gli dei e per Giove protettore della citt

Ma, perchè io mi indugio a dir tutto questo, mentre avrei cose ben più gravi a narrare, se volessi rivelare quali erano allora le mie credenze intorno agli dei? L’obblio copra quelle tenebre²⁰⁷. ²⁰⁷ Iulian., 168-69.

²⁷⁸ Iulian., 503. E in un’altra lettera, deplorando certi soprusi sofferti dagli Ebrei, Giuliano ne d

²⁵⁹ Iulian., 391. Qui s’interrompe la lettera di Giuliano, come è giunta a noi. Probabilmente i copisti non hanno voluto riprodurre le frasi ingiuriose che l’imperatore avr