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Aggiornato: 1 giugno 2025


²¹³ Iulian., 203, 4 sg; 205, 5 sg. Insieme al discorso sul Re Sole, Giuliano ci ha lasciato un altro trattato teologico, ed è il discorso, o inno, come si voglia chiamare, alla Madre degli Dei, che l’entusiasta imperatore scrisse, in una notte, a Pessinunte, mentr’era in marcia per la spedizione contro i Persiani. Lo scritto, faticoso e confuso come tutte le manifestazioni filosofiche e teologiche di Giuliano, comincia con una deliziosa e nota leggenda che Giuliano ci racconta con la genuina semplicit

³²⁷ Iulian., 440, 10 sg. ³²⁸ Qui Giuliano deride il culto dei sepolcri dei martiri, praticato con fervore dai Cristiani e da lui considerato come ridicola superstizione.

¹⁹ Mi pare evidente che Giuliano qui non parli più di Mardonio, ma di altra persona che era nota agli Antiochesi. Ma chi era questo vecchio? Probabilmente Giuliano allude a qualcuno dei suoi maestri di Nicomedia, e la posizione eminente in cui pare si trovi il vecchio fa pensare a Massimo. ²⁰ Iulian., 452, 16 sg. ²¹ Amm. Marcell., Vol. I, 271, 4 sg.

A me accor, rimandar con doni Lice un mortal che degli Eterni è in ira! «Persuadili, dunque, se hanno caro che io mi occupi di loro, ad essere unanimemente devoti della Madre degli dei»³¹⁹. ³¹⁸ Iulian., 484. ³¹⁹ Iulian., 555.

⁵⁵ Iulian., 159, 4 sg. ⁵⁶ Idem, 158, 8 sg. Ma, se cordiali e delicati erano i favori di Eusebia pel giovane principe, non pare davvero che fossero tutte sincere le dimostrazioni di fiducia di cui lo circondava l’imperatore. Nel manifesto agli Ateniesi, Giuliano afferma che la sua prigionia, diventando Cesare, si fece più grave, tale e tanto era lo spionaggio con cui lo seguiva, ad ogni passo, il sospettoso Costanzo. «Quale schiavitù

⁸⁴ Iulian., 363, 26 sg. Era proprio completamente sincero Giuliano in queste sue dichiarazioni di innocenza, in queste sue affermazioni di sorpresa e di meraviglia? Si può dubitarne, senza fargli gran torto. La condotta di Costanzo verso di lui era tale da non lasciargli alcun dubbio sulla sorte finale che lo aspettava. Se avesse fatto partire i suoi soldati, egli era un uomo perduto. A lui non restava altra difesa che la ribellione agli ordini ricevuti. Onde salvarsi, doveva dimostrare a Costanzo di avere a sua disposizione una forza maggiore della sua. Che, in tutte quelle esitazioni, in quelle suppliche agli dei, in quelle ripetute proteste, ci sia un po’ di commedia, è naturale il supporlo. Ammiano ci racconta, e Giuliano ci conferma con gran calore, che gli dei gli avevano chiaramente manifestato il loro volere con un miracolo. Ma questi miracoli così opportuni non si verificano se non per coloro che li aspettano, onde sanzionare ciò che gi

²⁸² Iulian., 485, 14 sg. ²⁸³ Iulian., 562, 5 sg. Certo, non si può essere più espliciti, più ragionevoli e temperati, dirò anche, più moderni di quello che è Giuliano nelle sue dichiarazioni: più moderni, perchè il principio di tolleranza religiosa, posto dal restauratore del Paganesimo, non doveva rivivere se non quando fosse caduto l’impero del dogmatismo infallibile. Ma Giuliano doveva trovare qualche difficolt

Ma vi era, in Giuliano, scrittore, una grazia che resiste e rivive in mezzo a tutti gli artifizi di stile. Vediamo, per esempio, questi bigliettini ch’egli scriveva a Libanio, un maestro da lui venerato non meno di Giamblico e di Massimo. Libanio gli aveva promesso di mandargli un suo discorso. Ma il discorso non giungeva, e Giuliano gli scrive⁴⁰⁶: ⁴⁰⁶ Iulian., 482, 21 sg.

⁴³⁵ Iulian., 366, 3 sg. La sorte infelice di questa donna commosse la fantasia dei contemporanei e diede gli elementi per creare intorno a lei una leggenda, per vedere il mistero ed il delitto dove non era, probabilmente, che un intreccio naturale di tristi circostanze. Eusebia e Giuliano furono creduti colpevoli ed autori di una morte, che la sventura sola aveva, a poco a poco, avvicinata e prodotta. La moglie di Giuliano è una di quelle pallide figure che passano fuggevoli, ombre leggere, all’orizzonte della storia, circonfuse e come consacrate da un’aureola di lento e segreto martirio. Sposata, gi

⁴²⁵ Pag. 37, sg. ⁴²⁶ Pag. 44, sg. ⁴²⁷ Iulian., 140, 5 sg. ⁴²⁸ Idem, 154, 16 sg. ⁴²⁹ Pag. 41.

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