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³³⁰ Iulian., 449, 3 sg. Ed è così che i Greci sono il migliore dei popoli, e gli Ateniesi i migliori fra i Greci. «Ma se essi serbano, nei costumi, l’imagine dell’antica virtù, è naturale che ciò avvenga anche ai Siri, agli Arabi, ai Celti, ai Traci, ai Peonii, ai Misii, che son fra i Traci e i Peonii, sulle sponde del Danubio. Ora, da questi è venuta la mia schiatta e da questa venne a me l’indole rozza, severa, intrattabile, indifferente agli amori, immobile nei propositi. Io, dunque, primieramente chiedo scusa per me, ma in parte la scusa vale anche per voi che siete attaccati ai patri costumi. Non è gi

Che se di Temistocle, che fu quattrocento anni dopo Licurgo, mi narra Plutarco che persuadesse gli ateniesi a condannare all'infamia Artenio Zelite co' suoi discendenti per aver portato di Media in Grecia l'uso dell'oro: io non penso giá che ciò voglia dire che allora fosse la prima volta introdotto l'uso delle monete in Grecia, perché ripugnarebbono gli altri attestati dell'autore medesimo; ma bensí che, dopo essere stato l'oro lungo tempo prima bandito; l'avesse costui di nuovo, contro le leggi della patria, proccurato d'introdurre.

L'ultimo giro fu ancora funestato da qualche reminiscenza dei giochi fenicii e ateniesi; ma, finalmente il cavalier Cipicchia, gentilmente accompagnato dalla vedova Barbetti e dalla cognatina, si avviò alla stazione di Frascati e pregustò internamente la prossima ora della sua liberazione.

⁵⁵ Iulian., 159, 4 sg. ⁵⁶ Idem, 158, 8 sg. Ma, se cordiali e delicati erano i favori di Eusebia pel giovane principe, non pare davvero che fossero tutte sincere le dimostrazioni di fiducia di cui lo circondava l’imperatore. Nel manifesto agli Ateniesi, Giuliano afferma che la sua prigionia, diventando Cesare, si fece più grave, tale e tanto era lo spionaggio con cui lo seguiva, ad ogni passo, il sospettoso Costanzo. «Quale schiavitù

Nel silenzio della notte prega gli dei di rivelargli ciò che deve fare, e gli dei gli annunciano che, se manda quella lettera, è un uomo morto. Allora Giuliano fa a stesso un ragionamento che a lui pare tanto persuasivo, da riprodurlo intieramente nel manifesto agli Ateniesi. «Io penso di oppormi agli dei, e pretendo di giudicare di ciò che devo fare meglio di coloro che sanno tutto.

Nello entrare in casa gli si presentò una vista assai strana. «Temistocle, narra Plutarco, vedendosi perseguitato dagli Ateniesi e dai Lacedemoni, si gittò in seno a speranze dubbiose e difficili rifuggendosi ad Admeto re dei Molossi, dal quale era avuto in odio per certa repulsa superba fatta alle istanze di lui mentr'egli teneva la suprema magistratura in Atene.

Le leggi del qual Solone, non solamente lo scapestrato vivere degli ateniesi regolarono, ma ancora composero i costumi de' romani, giá cominciati a divenire grandi.

Fu sotto Pericle e pel suo esempio che gli Ateniesi si appassionarono per queste sirene e per queste maghe che fecero molto male ai costumi e moltissimo alle lettere ed alle arti.

Ondeggiante fra il sospetto e la fiducia, stiracchiato fra diversi consigli, spinto finalmente dalla grandezza del pericolo, e, certamente, premuto da Eusebia, l’imperatore chiamò a Milano il cugino Giuliano⁴⁷. Con quanto dolore lo studente abbandonasse Atene, ce lo narra egli stesso nel suo manifesto agli Ateniesi. «Quale torrente di lagrime io versassi e quanti gemiti, tendendo le mani verso l’Acropoli vostra, e pregando Minerva di salvare il supplice e di non abbandonarlo, lo possono attestare molti di voi che l’hanno veduto, e più di tutti la stessa dea a cui io chiedeva di farmi morire in Atene, prima che partissi.

Gli Ateniesi, dopo avere fabbricato un magnifico tempio, chiamato Ecatompedone, a Minerva, ch'era, come sarebbe a dire, una santa per cotesti tempi... O adesso, che cosa ne hanno fatto di cotesta santa?