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<<E se tu ricordar non te ne puoi>>, sorridendo rispuose, <<or ti rammenta come bevesti di Lete` ancoi; e se dal fummo foco s'argomenta, cotesta oblivion chiaro conchiude colpa ne la tua voglia altrove attenta. Veramente oramai saranno nude le mie parole, quanto converrassi quelle scovrire a la tua vista rude>>.

Se altrove è maledetta L'alma che striscia come serpe abbietta, L'alma che sorda a' grandi esempli aviti, Incurante di senno e di decoro, Serva si fa a coloro Che a sedurre e predar vengon suoi liti; Quanto più reo non fora Chi, aperti gli occhi sotto Itala aurora, A patria di magnanimi cotanta Non sacrasse altamente opra e desìo! Il popol siam di Dio; Stampiam nostr'orme nella via più santa!

38 Per quella via dove lo guida il nano per trovar Mandricardo e Doralice, gli viene Ippalca dietro di lontano, e lo bestemmia sempre e maledice. Ciò che di questo avvenne, altrove è piano. Turpin, che tutta questa istoria dice, fa qui digresso, e torna in quel paese dove fu dianzi morto il Maganzese.

E perch'io sono in casa solo, ed abitavo in villa, non volsi lasciar mia figliuola in man di fantesche; ma la mandai nel monister di San Crescenzio, a suor Camilla sua zia: ove è ancora, ché sai ch'io tornai iersera. Ora io ho mandato il famiglio a dirgli che la torni. GHERARDO. Sai tu certo ch'ella sia nel monistero e ch'ella non sia altrove?

97 Vedesi altrove da la patria riva pugnar incontra la più forte armata, che contra Turchi o contra gente argiva da' Veneziani mai fosse mandata: la rompe e vince, ed al fratel captiva con la gran preda l'ha tutta donata; per vedi altro serbarsi lui, che l'onor sol, che non può dare altrui.

E io a lui: «Per fede mi ti lego di far ciò che mi chiedi; ma io scoppio dentro ad un dubbio, s’io non me ne spiego. Prima era scempio, e ora è fatto doppio ne la sentenza tua, che mi fa certo qui, e altrove, quello ov’ io l’accoppio. Lo mondo è ben così tutto diserto d’ogne virtute, come tu mi sone, e di malizia gravido e coverto;

Se, per esempio, quella medesima sera tu di cheto te ne partissi con la Lisa per essere felici insieme... altrove... Capisco!... Ma ci resterebbero in casa la cuoca e il padre della signora... Lograve fece un gesto che significava non importargliene.

Quivi e non altrove, oggi e non domani, la resa o la battaglia. io ho autorit

Il Conte, rialzato il capo, con voce ferma ordinava: Avanti... Comparve Marzio, il quale dopo qualche esitanza, veduta ch'ebbe la donna, favellò: Eccellenza... il tabellione... Aspetti. Fatelo passare nella stanza verde onde possa assettarsi a bell'agio... Eccellenza, egli mi ha commesso annunziarle, che faccende urgentissime lo chiamano altrove...

Passerò io per la campagna romana senza gittarvi sopra uno sguardo di pittore, o di poeta? Le pagine immortali del Byron, del Goëthe, della Staël, del Montaigne, e di altri famosi antichi e moderni scrittori mi sbigottiscono forse? Oh! l'ala della immaginazione percuotendo contro i ferri della carcere si rompe, e gronda sangue. La musa, vergine mite, si arresta sul limitare della casa dei sospiri, e torce altrove lo sguardo. Levando gli occhi in alto io non incontro più la casta faccia delle stelle, che versano su l'anima luce, amore, e poesia. I campi aperti e il sole mi tornano alla mente affaticata dalla empia virtù della prigione, come le immagini dei ruscelletti del Casentino tormentavano maestro Adamo condannato a perpetua sete nello inferno . Ma dalle mani di Dio escono spiriti tranquilli, che, a guisa di lago, compiaccionsi riflettere nella limpida superficie le sponde floride, i colli cerulei, i bianchi casolari, la parrocchia, il campanile, le croci del camposanto di campagna, le gioie, insomma, di coloro che nascono inosservati come le foglie di aprile, e muoiono inosservati come le foglie di autunno. Ogni soffio leggiero da cima in fondo gli scompiglia, e la pace, rimane in essi sconvolta con la dolce armonìa. Altri poi, senza requie commossi, amano fare specchio di se alla faccia di Dio divampante fra i fulmini come l'oceano in tempesta: si nutriscono di procelle, e le corde di ferro delle loro arpe eolie non rendono suono se non le scuote il fulmine. Ora, quando pure la sventura non avesse inaridito il mio spirito come fa il sole della erba dei campi; quando pure il mio spirito non avesse rovesciata la sua fiaccola a guisa di genio al fianco di un sepolcro, perchè userei la sua forza ad evocare sopra le pianure antiche eserciti di combattenti, e agiterei con palpito nuovo i miei lettori sopra le vicende della pugna, e i pericoli di una gente, il cuore della quale cessò di palpitare da venti e più secoli? Perchè aprirei sommessamente le porte del tempio di Giano, di cui il cigolìo scuoteva un giorno le viscere della terra? Con qual consiglio popolerei la via sacra di carri, di cavalli, e di cavalieri armati lampeggianti ai raggi del sole? Perchè la ingombrerei di nuvole profumate, che si alzano dai turiboli d'oro, ( profumi, e vasi rapiti ) di sacerdoti, di vittime, e di re barbari incatenati? Perchè i nitriti di cavalli, e le grida dei cavalieri gi