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Provai per la prima volta questo sentimento andando da Leuwarde a Groninga, capitale della provincia del medesimo nome. Uggito di vedere, a traverso la nebbia, praterie dopo praterie e canali dopo canali, mi raggomitolai in un cantuccio del vagone e mi diedi a pensare ai poggi della Toscana e alle colline delle sponde del Reno, nello stesso modo che maestro Adamo di Dante pensava ai ruscelletti del Casentino. A una piccola stazione posta a mezza strada fra le due citt

Era nato a Prato vecchio, nella famiglia di messer Cristoforo Landino, e il nome patronimico lo aveva avuto da un frate di Casentino, guardiano al Sasso della Vernia, che l'aveva preso a ben volere, e, vedendo la sua inclinazione all'arte del dipingere, lo aveva acconciato con Taddeo Gaddi, nel tempo che questo valoroso scolaro di Giotto era a lavorare nel suo convento.

Ora, che mastro Jacopo di Casentino non s'ingannasse in questi suoi sogni ambiziosi, la storia dell'arte italiana lo ha dimostrato. La fama di Spinello Aretino ha confermata, se non per avventura accresciuta, la fama del suo vecchio maestro.

Due sentimenti diversi lo persuadevano a ciò. Il primo era quello dell'ambizione. Esser maestro ad un discepolo che non aveva punto mestieri di rimproveri e così poco di incitamenti a far meglio, poter raccomandare il suo nome ad un nuovo argomento di gloria, eccovi l'ambizione di mastro Jacopo; ambizione legittima, e, quel che più monta, di effetto sicuro, si sarebbe detto un giorno: Spinello Spinelli, il famoso pittore d'Arezzo, era scolaro di Jacopo da Casentino. Degno del maestro il discepolo! E se pure si fosse dovuto dire: migliore del maestro la gran pezza, sarebbe stato poi un gran male? Avere indovinato un ingegno potente, averlo tratto dall'oscurit

Io fui di Montefeltro, io son Bonconte; Giovanna o altri non ha di me cura; per ch'io vo tra costor con bassa fronte>>. E io a lui: <<Qual forza o qual ventura ti travio` si` fuor di Campaldino, che non si seppe mai tua sepultura?>>. <<Oh!>>, rispuos'elli, <<a pie` del Casentino traversa un'acqua c'ha nome l'Archiano, che sovra l'Ermo nasce in Apennino.

Diede inoltre largo sviluppo alle gite sociali ed alle escursioni scolastiche, contribuendo così a far ampiamente conoscere il Casentino, Vallombrosa, Montepiano, il Mugello, le montagne Pistoiesi e Lucchesi, le Alpi Apuane e la Lunigiana. Quel giorno venne inaugurata lassù in onore del Budden una lapide con medaglione-ritratto di Lui, scolpito in marmo statuario di Carrara.

Il Chiacchiera ebbe il mandato di parlare per tutti. La mattina vegnente, mastro Jacopo di Casentino, nell'escir di bottega per recarsi al Duomo vecchio, disse ai giovani, che stavano lavorando: Avete sentito? Ci ho allegrezze in famiglia, e voi siete invitati per domenica a mangiare il pan forte. Mastro Jacopo, a dirvela schietta, non ripeteva di buona voglia l'invito.

E io a lui: «Qual forza o qual ventura ti travïò fuor di Campaldino, che non si seppe mai tua sepultura?». «Oh!», rispuos’ elli, «a piè del Casentino traversa un’acqua c’ha nome l’Archiano, che sovra l’Ermo nasce in Apennino. L

Ho detto, e ritorno a Spinello Spinelli. Il quale, vedendo operare mastro Jacopo di Casentino, si accese del desiderio di dipingere a fresco, che era in quei tempi il sommo dell'arte. Ma tacque il suo pensiero, che gli pareva troppo audace, anzi temerario senz'altro, e si restrinse ad osservare il modo con cui mastro Jacopo preparava i cartoni, ringrandendo a vaste proporzioni i suoi disegni, e qualche volta, ad ottenere i giusti effetti di luce e d'ombra, facendo modelli di creta, i quali disposti in una data azione tra loro, lasciavano vedere gli sbattimenti, i rilievi, e tutte l'altre particolarit

Ci serviranno ad entrambi per ricordo di ciò che eri, quando sei entrato a bottega da me. Spinello non capiva in dalla gioia. Un'ora dopo quella conversazione, egli tornava dal pittore in compagnia suo padre. Luca Spinelli e Jacopo di Casentino s'intesero facilmente, e il giovine Spinello rimase a' servigi del maestro.