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Sai, è freddissimo; non è un gusto prendere il fresco, stanotte. Ah! se tu stai alla finestra, io sto in istrada; non è peggio? Ancora; senti: non essere così testarda, Scolastica.... Un secondo soffio impedì a Matteo Vento di udire. Egli fremeva.

Io non ti lascerò mai! balbettò ancora la bionda. E in quel patto cercò le mani di Letizia e le strinse E tu giurami lo stesso! Tu non mi devi lasciare!... Ho paura di Napoli... Senti... Dimmi che m'aiuterai, che mi difenderai... Letizia, giuralo! Giuralo a Marta, a questa povera disgraziata!... Letizia rispose, con un soffio di voce: , ... giuro...

Il signor Benedetto si soffiò il naso in attestato di simpatia pel suo vecchio amico; poi prese una pastiglia da una scatola che teneva in tasca. Che disgrazia per quella famiglia! esclamò la signora Giulia.

Perfino il trombone del sarto, quel terribile trombone che urtava continuamente colle sue note lacerate le case del piccolo golfo, era diventato anch'esso più sopportabile dacchè vi sentiva il soffio d'un uomo felice. Solamente i conigli del povero Cresti non ebbero grazia. Per vedere la Regina usciva spesso a piedi o in barca e andava a cercarla alla Villa Carlotta.

Questo perdurare di un regime feudale, di fatto persistente sino al 1860, si spiegò colla mancanza del soffio della rivoluzione francese, che non arrivò in Sicilia aggiogata al dominio borbonico dalle armi inglesi, anche quando le armate della repubblica, dell'impero e di Murat erano pervenute sino allo stretto di Messina nel continente.

Noi siamo foglie davanti al soffio della Provvidenza; ed io, qui presso a queste mura dolorose, imparo la ragione per la quale Gesù Cristo annoverò la visita dei carcerati fra le opere di carit

«Come sono severi quegli occhi chiari!... come sono pieni di rimprovero! susurrava in un soffio. Si portò lentamente la mano destra alle labbra. «Gli ho steso la mano e l'ha toccata a pena!... non l'ha stretta!.. povera mano! La baciò e la lasciò andare inerte. Passò la notte nell'assopimento, rotto da delirio.

Poi gonfiò le labbra, soffiò, soggiunse soltanto un: Buona notte: a lei e a tutta la compagnia e così se ne andò, traballando sulle gambette a roncolo. Giacomino, rimasto , immobile e muto con quelle due chiavi in mano, seguì il generale collo sguardo finché lo potè scorgere: sospirò, ma non si mosse. Riflettè a lungo, sul da farsi, e si persuase che, nel caso suo, due chiavi erano troppe.

La vista di Fiordispina Guerri parve dar nuove forze a quel povero morente. Viveva di quella contemplazione muta. Riconoscente di quel perdono e di quella cura amorosa, Gino Malatesti ebbe ancora la virtù di sorridere alla sua consolatrice. Ma oramai non gli restava che un soffio di vita.

Il tempo s'era fatto bello; v'eran giornate in cui entrava dalle finestre un soffio di primavera precoce, e dal palazzo Barbano si vedeva il lungo tratto fra via Santa Margherita, piazza della Scala, via Manzoni, tutto scintillante di sole, tutto brulicante di folla; il rumore saliva infaticato a dir che la festosa vita primaverile non era lontana e che la gente fluiva per le strade a godersi il sole e la fresca aria. Si parlava d'anticipar la partenza per la campagna e gi