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Così, talvolta, quando il bianco foglio S'annera, e i versi sgorgali dalla penna, Vedo una fulgida Mèta e la Musa che col gesto accenna, E il cor mi batte per rinato orgoglio. Tutto risplender parmi nella vita D'onde la triste realt

La musa per questi versi non esulta, ma il cuore gli approva. Monsignor Taverna avendo intanto scoperto lo asilo dov'erasi ricoverato lo Ubaldino, mandò gente ad arrestarlo.

Facendosi a descrivere l'esercito de' Turchi invoca la Musa; di che si sdegna l'Urfé, quasi che il poeta volesse immortaliser les Turcs. Non merita risposta.

Si dovria dire il Sogno e insiem la Vita, Approfondendo il vero ed il reale Ancor recondito, Poi spazïare ancor nella infinita Regïon che attira le instancabili ale. E il volpossente che la musa ispira, Dal seno della terra infino all'alto Ignoto vertice S'inalzerebbe in vorticosa spira, A ogni ascoso desir dando l'assalto.

cosi` nel fiammeggiar del folgor santo, a ch'io mi volsi, conobbi la voglia in lui di ragionarmi ancora alquanto. El comincio`: <<In questa quinta soglia de l'albero che vive de la cima e frutta sempre e mai non perde foglia, spiriti son beati, che giu`, prima che venissero al ciel, fuor di gran voce, si` ch'ogne musa ne sarebbe opima.

Se, di tanto in tanto, Castagnola tenta il canto politico, Giambattista Maccari esprime più spesso e più chiaramente il suo pensiero. La Musa politica trova in Roma, più d'una volta all'anno, occasione di farsi udire: cioè, quando si festeggia il favoloso Natale di Roma, per l'anniversario della morte del Tasso, e per la distribuzione dei premi nelle Accademie delle arti rappresentative.

Gli abbracciamenti, i baci, e i colpi lieti Tace la casta Musa, e vergognosa. TASSONI, Secchia Rapita. PLINIO, Stor. Nat. lib. 16. cap. 4. Poichè si vide il traditore uscire Quel che avea prima immaginato invano, O da se torlo, o di farlo morire Nuovo argomento immaginossi, e strano. ARIOSTO, Orlando Furioso.

Ecco la Musa di Leopardi assorta nella contemplazione dell'universale soffrire che mette capo al nulla, vaga della morte, intenta continuamente a ornarsi di queste tristezze magnifiche, sia detto senza offesa del grande Poeta, come predilige i pizzi e i velluti neri una dama che li sa confacenti alla sua bellezza.

"No!... Minerva è propizia al mio poeta! "Io sono un savio dalla fronte lieta!... "Rido, ma penso! Ahi!... dubito "Che la mia Musa, de' miei baci stanca, "Or m'abbandoni!... Gi

"Ahimè!... Un profumo mi niegano i fiori "E la Musa un esametro!" Sovra il suo ciglio brillò una lagrima; Scosso era il labbro da un lieve tremito; E la spaziosa fronte Chinava Anacrëonte. Allor dei vate battè sull'omero Il sacerdote, la cerea tavola Colla destra additando, E disse sogghignando: "Pazzi e pöeti sono sinonimi!