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Dubito bene che, quando da lui fosse stato scritto sopra ciò in tempo nel quale si fosse trovato esser dati ed usati ad essi preciosi metalli prezzi e valori molto discosti dai suddetti, il suo ingeniosissimo concetto non sarebbe stato cosí facilmente inteso.

AP. Abbiamo alle volte da natura, senza studio nissuno, o le virtù, o le cose simiglianti a quelle. FR. Per questa risposta mi hai dato maggior sospetto. AP. Che sospetto? FR. Che io dubito parlare con un filosofo; pur nondimeno io lo lascerò da banda, dando principio al nostro ragionamento; se vuoi però promettermi di rispondere a quello che ti domanderò circa la prima disputa.

DOTTORE. Fermatevi, non bisogna alcuna di queste cose: l'error è giá fatto; delle strade cattive eleggasi la migliore. FILIGENIO. Dite, di grazia, ch'io son cosí riscaldato dall'ira che dubito con qualche precipitoso consiglio non mi condur a qualche sproposito.

Non dubito, o signore, dei fatti dei quali foste testimone, o che affermatedisse Emilia, soccombendo al suo dolore; «il cavaliere si sar

Unico motivo di questo imprigionamento è che quei disgraziati erano dello Scioa; nel resto mistero, come pur troppo è mistero per noi la sorte che avranno subito. Io dubito sospettassero che potessero essere spie di re Menelik, e che col pretesto d'essere nostri servi avessero ad osservare i movimenti dell'armata di ras Alula, e forse portarne nuove in Massaua o recarle al loro ritorno in patria.

RONCA. Quando venni a casa vostra per restituirli, vi venne la nuova del vostro naufragio: e non potendo restituirli a voi, avea constituito conservargli al suo ritorno. Ma poiché sète tornato sano e salvo, eccoli, ché dubito ne abbiate bisogno. VIGNAROLO. Come, che ne avrò bisogno! RONCA. Vi ringrazio della cortesia; mi raccomando a voi.

58 Pensò di rimontar sul suo cavallo, e per l'aria spronarlo a nuovo corso: ma dubitò di far poi maggior fallo; che troppo mal quel gli ubidiva al morso. Io passerò per forza, s'io non fallo, dicea tra , ma vano era il discorso. Non fu duo miglia lungi alla marina, che la bella citt

Lettore: se tu sei, come non dubito, un libertino consumato da ogni più sozza libidine, d

«Vi sono momenti che dubito. Dubito, più che di lui, di me stessa. Penso che questa speranza è fallace, che questa fiducia non è sincera, che io me ne servii per nascondere qualcosa di meno degno, per secondare un desiderio meno puro. «Non è questo il giudizio che ognuno darebbe? Si serve di mezzi ambigui chi vuol raggiungere un diritto fine?

Bravo ragazzo, riprese Caldesi, verificheremo nella biblioteca di Campobasso. Io non dubito punto, risposi a Zasio, che in codesti cafoni circoli puro il sangue sannitico. Le prove! le prove! interruppe Caldesi.