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Paolo Emilio Castagnola e Giambattista Maccari son due poeti ch'han Muse sorelle. Troviamo anche in essi l'inevitabile querela delle miserie presenti; la sconsolata tristezza del Leopardi, per la quale tutto fuorchè il duolo è vano, ha sfiorato anch'essi, ma appena, come un sentore di muschio che si è insinuato nelle vesti di due uomini sani passati per la casa di un morto. Fondamentalmente, essi hanno due fresche e vive nature, e, invece del loro dolore, canterebbero volentieri la grande sventura della loro patria, se non temessero l'esilio. Ambedue hanno un senso giusto ed esatto della realt

Non v'è poeta in Roma, che in tali circostanze non mandi arditamente un saluto alla patria, e una volta, a proposito d'una poesia di questo genere sulla fondazione di Roma, si proibì la vendita dei versi del Torlonia, ne' quali la politica non entrava affatto. Anche Maccari, dunque, ha scritto versi per queste occasioni. Le sue stanze Nel Natale di Roma sono piene di forza.

Altri soggetti della poesia del Maccari sono la «Pastorella», la «Boscaiuola», che porta sul capo, fino alla citt

Maccari si volge al presente, e dalle rovine e dai palazzi passa alle capanne del povero. Gi

Energici anche e commoventi sono i sonetti del Maccari, composti in occasione della distribuzione dei premi agli artisti. «Italia, i tuoi orgogliosi monumenti non son più che mute e inutili pietre: ri

Don Giovanni è insieme mecenate e poeta, ed esser mecenate nella Roma d'oggi è grandemente più utile che esser poeta. La giovane scuola dei poeti romani, confortata ed aiutata da lui, gli si raggruppa intorno come libera accademia per reciproco incoraggiamento ed emulazione. Nomino solo gli ingegni più originali, personali e indipendenti: Fabio Nannarelli, Ignazio Ciampi, Paolo Emilio Castagnola, Giambattista Maccari, e la poetessa Gnoli. Questa scuola ha fondato un organo proprio, sotto gli auspici di Torlonia, che promette di aver una parte non indifferente nella letteratura di Roma. Si chiama «La Strenna Romana». Si chiama Strenna in Italia quel che noi chiamiamo Musenalmanach. Questa Strenna uscì la prima volta, a cura del Torlonia e del Castagnola, il primo dell'anno del 1858. Conteneva poesie e prose varie; fra l'altro riproduceva un frammento della Cronaca di Viterbo di Nicola della Tuccia, fatta stampare dal Ciampi. Questa miscela di poesie liriche e di scritti storici non è da lodarsi, ed io esprimo ai miei amici di Roma il desiderio di veder presto la parte poetica separata e pubblicata in volume a . Questa promiscuit

Se, di tanto in tanto, Castagnola tenta il canto politico, Giambattista Maccari esprime più spesso e più chiaramente il suo pensiero. La Musa politica trova in Roma, più d'una volta all'anno, occasione di farsi udire: cioè, quando si festeggia il favoloso Natale di Roma, per l'anniversario della morte del Tasso, e per la distribuzione dei premi nelle Accademie delle arti rappresentative.