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Gli abbracciamenti, i baci, e i colpi lieti Tace la casta Musa, e vergognosa. TASSONI, Secchia Rapita. PLINIO, Stor. Nat. lib. 16. cap. 4. Poichè si vide il traditore uscire Quel che avea prima immaginato invano, O da se torlo, o di farlo morire Nuovo argomento immaginossi, e strano. ARIOSTO, Orlando Furioso.

Simile a un ubbriaco sul cui capo si rovescia una secchia d'acqua gelata, Vergalli si ridestò alla coscienza della brutalit

Il pozzo non era molto profondo, e il Falamonica, così ad occhio, aveva misurato lo spazio che gli bisognava percorrere con quella ságola posticcia. Le due corde annodate bastavano, solo che egli si curvasse un pochino sull'orlo del pozzo, per calare il crocco fin sotto l'anello della secchia, che si dondolava beatamente sul pelo dell'acqua. Ripesco io? disse il Maso, offrendosi a quella fatica.

Non l'ascolto. Penso di dare al mio prossimo poema i ribollimenti e formicolii d'argento della Secchia che scorre dolcemente quasi nel mio cuore. Le vigne alte sospese a braccia spalancate, aggrappate ai gelsi mi danno colle loro grandi ombre nere animate dei consigli energetici. Il vecchio cocchiere porta ora in equilibrio sul cappello a cencio la pletorica luna piena. Vorrei affrettare il passo del cavallo. Sono stanco di volutt

Non passò guari, ed innanzi ad una sentinella normanna cadeva un verrettone, nelle cui ale andava innestata una pergamena. Passavan cheti e taciturni avanti Senza ronde scontrar sentinelle; Quando cessaro all'improvviso i canti, E i gridi e gli urli andar fino alle stelle TASSONI, La Secchia rapita, IV.

Un'ora dopo ci accompagnava in carrozza rotolando in alto grassa, bianca e felice la luna enorme. Fresca campagna dilatata dalla gioia della vittoria. Passiamo sulla Secchia, rapita anch'essa di gioia lunare. Non cercarmi, non scrivermi, ti scriverò io, mormora Rosina abbracciandomi. Mio marito è geloso, ti ucciderebbe! Sento che Rosina sta per trasformare suo marito imboscato in un ardito.

Potrebbe osservarsi che non varrebbe la pena di perdere il sonno per passatempi di siffatto genere; ma chi la pensa così, aggiunge Sampolo, non capisce che l’uomo e la donna sono come la secchia e la fune, e che fuoco novello spegne vecchio fuoco. Un sorriso asciuga una lacrima, una giovane ringiovanisce un vecchio, e l’amore, a chi chiude, a chi apre un paradiso; i balli son fatti per legare le anime; e amore tesse i fili d’argento della tela della felicit

Il Maso alzò gli occhi al cielo, donde si fanno venire le cattive ispirazioni, come le buone. Eccomi qua! diss'egli di rimando. E poste le palme contro le reni al nemico, gli dette un spianta gagliarda, che lo fe' andare a capo fitto nel pozzo. Tocca ora la secchia! soggiunse. Io tocco il cavallo.

La secchia non ha bevuto e galleggia. Ora dimmi, bertuccione; come faresti tu a cavarla dell'acqua? To'! disse il Maso. La bocca del pozzo non è troppo larga; mi calo dentro, aiutandomi colle mani e coi piedi...

Ma il povero Maso doveva quel giorno esser molto distratto, poichè, alla terza calata, gli scivolò di mano la corda, e tuffete, secchia e corda piombarono nell'acqua. Il Maso, disperato, si messe le mani nei capegli, guardando con occhi lagrimosi ora nel pozzo, ora in volto al custode. Lasagnone! gridò costui, a mala pena si accorse dal guaio.