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Ma come carbon che fiamma rende, e per vivo candor quella soverchia, che la sua parvenza si difende; così questo folgór che gi

così nel fiammeggiar del folgór santo, a ch’io mi volsi, conobbi la voglia in lui di ragionarmi ancora alquanto. El cominciò: «In questa quinta soglia de l’albero che vive de la cima e frutta sempre e mai non perde foglia, spiriti son beati, che giù, prima che venissero al ciel, fuor di gran voce, ch’ogne musa ne sarebbe opima.

cosi` nel fiammeggiar del folgor santo, a ch'io mi volsi, conobbi la voglia in lui di ragionarmi ancora alquanto. El comincio`: <<In questa quinta soglia de l'albero che vive de la cima e frutta sempre e mai non perde foglia, spiriti son beati, che giu`, prima che venissero al ciel, fuor di gran voce, si` ch'ogne musa ne sarebbe opima.

E poi non come Piero io mi pentiva Con dïuturno, generoso pianto; Incostante nodrìa fede mal viva, E a guisa d'infedele oprava intanto: Allor fu che la folgor mi colpiva, E ogni mortal mio giubilo andò franto, E in man mi vidi d'avversario forte, Me condannante a duri ceppi o morte. Oh lunghi di catene e d'infiniti Strazi del core inenarrabili anni!

Come 'n peschiera ch'e` tranquilla e pura traggonsi i pesci a cio` che vien di fori per modo che lo stimin lor pastura, si` vid'io ben piu` di mille splendori trarsi ver' noi, e in ciascun s'udia: <<Ecco chi crescera` li nostri amori>>. E si` come ciascuno a noi venia, vedeasi l'ombra piena di letizia nel folgor chiaro che di lei uscia.

Poi mi parea che, poi rotata un poco, terribil come folgor discendesse, e me rapisse suso infino al foco. Ivi parea che ella e io ardesse; e si` lo 'ncendio imaginato cosse, che convenne che 'l sonno si rompesse. Non altrimenti Achille si riscosse, li occhi svegliati rivolgendo in giro e non sappiendo la` dove si fosse,

Io vidi piu` folgor vivi e vincenti far di noi centro e di se' far corona, piu` dolci in voce che in vista lucenti: cosi` cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l'aere e` pregno, si` che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond'io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;

cosi` nel fiammeggiar del folgor santo, a ch'io mi volsi, conobbi la voglia in lui di ragionarmi ancora alquanto. El comincio`: <<In questa quinta soglia de l'albero che vive de la cima e frutta sempre e mai non perde foglia, spiriti son beati, che giu`, prima che venissero al ciel, fuor di gran voce, si` ch'ogne musa ne sarebbe opima.

Io vidi piu` folgor vivi e vincenti far di noi centro e di se' far corona, piu` dolci in voce che in vista lucenti: cosi` cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l'aere e` pregno, si` che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond'io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;

Io vidi più folgór vivi e vincenti far di noi centro e di far corona, più dolci in voce che in vista lucenti: così cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l’aere è pregno, che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond’ io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;