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Aggiornato: 25 giugno 2025


Ma de' vostr'occhi se quell'alma spera mi si scoprisse alquanto, forse al segno uguale mi vedrei, che 'l nostro ingegno ascende amando e piú oltra gir non spera. Non è barchetta cosí lenta e frale, ch'avendo voi, e vosco Amor, in poppa, per ogni ondoso mar non spieghi l'ale. Onde la musa mia va pegra e zoppa, se schiva udite lei; ma se vi cale il suo cantarvi, allor lieta galoppa.

La nota fondamentale di questa giovane scuola romana è sopratutto la nota lirica della poesia del sentimento. La Musa realistica e politica tace in Roma, sebbene gli ultimi avvenimenti tanto argomento le abbian fornito; e questo non è da deplorarsi, perchè impedisce i giudizî immaturi e le frasi banali e comuni.

Piegarsi come salice al tuo pianto Sento il dolore di mia vita oscura, Ma quando ride il canto Del tuo sorriso, rìde la Natura. Oh, cessi alfin a me dice la gente Una nenia che l'anima ci schianta; A te, musa innocente, Gridan l'altre fanciulle: canta, canta...

Intendiamoci, per altro; era poeta, e scriveva di molto, ma la sua musa vereconda non aveva ancora gittato una strofa, o una pagina di prosa ai dispregi del pubblico.

La Musa del Torlonia s'ispira alla lirica tedesca; una gran parte delle sue canzoni sono o variazioni di testi tedeschi, o imitazioni di poesie tedesche. Egli avrebbe tradotto felicemente Heine e Lenau, se l'audacia della metafora tedesca potesse esser resa dalla austera e rigida lingua italiana.

Amore e sdegno risvegliarono la mia musa; il miraggio della gloria ritornò a inebbriarmi, i sogni teatrali di Milano vennero nuovamente a cullare le mie speranze, ripresi la tragedia, ispirato dalle diverse passioni che mi agitavano l'anima innamorata e sdegnosa.

cosi` nel fiammeggiar del folgor santo, a ch'io mi volsi, conobbi la voglia in lui di ragionarmi ancora alquanto. El comincio`: <<In questa quinta soglia de l'albero che vive de la cima e frutta sempre e mai non perde foglia, spiriti son beati, che giu`, prima che venissero al ciel, fuor di gran voce, si` ch'ogne musa ne sarebbe opima.

Acciò ’ntra chiddi fraschi e ddi virduri Putissiru li vivi agumintari; dove l’allusione è così trasparente che viene spontanea alle labbra la casta invocazione: Musa, deh copri di benigno velo L’incauta scena....

È in questo sublime volo lirico, che finisce lo splendido inno dedicato dai napoletani alla decima musa: Gasterea! Natale, 78.

Grande stupor; ma di vil sciocchezza Non fur per ogni etate infermi i cori, Ch'Europa un tempo a nobili armi avvezza Sgombrò Gerusalem d'ombre e d'orrori; Alme, che peregrine ebber vaghezza La fronte ornarsi di celesti allori, Onde via più, che per altrui non s'usa, Per loro udrassi incomparabil musa.

Parola Del Giorno

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