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Aggiornato: 25 maggio 2025


O gloriose stelle, o lume pregno di gran virtu`, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s'ascondeva vosco quelli ch'e` padre d'ogne mortal vita, quand'io senti' di prima l'aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d'entrar ne l'alta rota che vi gira, la vostra region mi fu sortita.

O gloriose stelle, o lume pregno di gran virtu`, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s'ascondeva vosco quelli ch'e` padre d'ogne mortal vita, quand'io senti' di prima l'aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d'entrar ne l'alta rota che vi gira, la vostra region mi fu sortita.

Per altro sopranome io nol conosco, s’io nol togliessi da sua figlia Gaia. Dio sia con voi, ché più non vegno vosco. Vedi l’albor che per lo fummo raia gi

O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.

Quando 'l tempo, madonna, a noi parco, dramma di concedami talora di vosco ragionar, i' grido allora: Dolci fiamme d'amore, dolce l'arco! Ma quando invidia le piú fiate il varco mi serra ai lumi, ove convien ch'io mora, vo richiamando mille volte l'ora: non è amarezza a l'amoroso incarco!

Per altro sopranome io nol conosco, s’io nol togliessi da sua figlia Gaia. Dio sia con voi, ché più non vegno vosco. Vedi l’albor che per lo fummo raia gi

Per altro sopranome io nol conosco, s'io nol togliessi da sua figlia Gaia. Dio sia con voi, che' piu` non vegno vosco. Cosi` torno`, e piu` non volle udirmi. Purgatorio: Canto XVII Ricorditi, lettor, se mai ne l'alpe ti colse nebbia per la qual vedessi non altrimenti che per pelle talpe, come, quando i vapori umidi e spessi a diradar cominciansi, la spera del sol debilemente entra per essi;

E s'io non fossi impedito dal sasso che la cervice mia superba doma, onde portar convienmi il viso basso, cotesti, ch'ancor vive e non si noma, guardere' io, per veder s'i' 'l conosco, e per farlo pietoso a questa soma. Io fui latino e nato d'un gran Tosco: Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre; non so se 'l nome suo gia` mai fu vosco.

E s'io non fossi impedito dal sasso che la cervice mia superba doma, onde portar convienmi il viso basso, cotesti, ch'ancor vive e non si noma, guardere' io, per veder s'i' 'l conosco, e per farlo pietoso a questa soma. Io fui latino e nato d'un gran Tosco: Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre; non so se 'l nome suo gia` mai fu vosco.

O glorïose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s’ascondeva vosco quelli ch’è padre d’ogne mortal vita, quand’ io senti’ di prima l’aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d’entrar ne l’alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.

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