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La prima luce, che tutta la raia, per tanti modi in essa si recepe, quanti son li splendori a chi s’appaia. Onde, però che a l’atto che concepe segue l’affetto, d’amar la dolcezza diversamente in essa ferve e tepe. Vedi l’eccelso omai e la larghezza de l’etterno valor, poscia che tanti speculi fatti s’ha in che si spezza, uno manendo in come davanti». Paradiso · Canto XXX

E seguì: «Grato e lontano digiuno, tratto leggendo del magno volume du’ non si muta mai bianco bruno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume in ch’io ti parlo, mercè di colei ch’a l’alto volo ti vestì le piume. Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch’è primo, così come raia da l’un, se si conosce, il cinque e ’l sei;

Questa natura si` oltre s'ingrada in numero, che mai non fu loquela ne' concetto mortal che tanto vada; e se tu guardi quel che si revela per Daniel, vedrai che 'n sue migliaia determinato numero si cela. La prima luce, che tutta la raia, per tanti modi in essa si recepe, quanti son li splendori a chi s'appaia.

E segui`: <<Grato e lontano digiuno, tratto leggendo del magno volume du' non si muta mai bianco ne' bruno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume in ch'io ti parlo, merce` di colei ch'a l'alto volo ti vesti` le piume. Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch'e` primo, cosi` come raia da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei;

E segui`: <<Grato e lontano digiuno, tratto leggendo del magno volume du' non si muta mai bianco ne' bruno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume in ch'io ti parlo, merce` di colei ch'a l'alto volo ti vesti` le piume. Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch'e` primo, cosi` come raia da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei;

Per altro sopranome io nol conosco, s’io nol togliessi da sua figlia Gaia. Dio sia con voi, ché più non vegno vosco. Vedi l’albor che per lo fummo raia gi

Per altro sopranome io nol conosco, s’io nol togliessi da sua figlia Gaia. Dio sia con voi, ché più non vegno vosco. Vedi l’albor che per lo fummo raia gi

E seguì: «Grato e lontano digiuno, tratto leggendo del magno volume du’ non si muta mai bianco bruno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume in ch’io ti parlo, mercè di colei ch’a l’alto volo ti vestì le piume. Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch’è primo, così come raia da l’un, se si conosce, il cinque e ’l sei;

Questa natura si` oltre s'ingrada in numero, che mai non fu loquela ne' concetto mortal che tanto vada; e se tu guardi quel che si revela per Daniel, vedrai che 'n sue migliaia determinato numero si cela. La prima luce, che tutta la raia, per tanti modi in essa si recepe, quanti son li splendori a chi s'appaia.