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Il Monti aveva celebrato nel vincitore di Marengo il liberatore d'Italia: Il giardino di Natura No, pei barbari non è. Ma nella sua visione presentendo in Napoleone l'ambizione di diventar Sovrano, gli fa consigliar da Dante d'impadronirsi della signoria: Vate non vile Scrissi allor la veduta meraviglia E fido al fianco mi reggea lo stile Il patrio amor che solo mi consiglia.

Il vate ed il pittor vedr

Lo scacciò poi dalla terra, e conseguí per secondo tale onore, Urièo figlio di Posídone; e poi lo ebbe Oarione, mio genitore, che riconquistò la sua terra. Ma esso ora abita in cielo, ed io ottenni questa carica. Perciò dico i veri responsi. E tu desisti dalle tue liti con gl'Immortali . Cosí disse il santissimo vate.

Dei nostri pargoli Nel bel candore Stampiam la vergine Fede coi teneri Baci. L'amore Stampiam nell'anima. Coro Stampiam l'amore. Anno 1885 Tu muori, o te felice, ultimo vate, A cui sorrise eterna giovinetta La gloria, a cui sorride oggi la morte. Bello è il morir ove chi passa incontri Gi

Venga a que' giorni il vate ed il pittore Sulla bella collina d'Erid

Notiamo presso quell'ambizioso io, vate trilustre, quel prudente, ma non meno ambizioso forse tutto manzoniano, messo innanzi al vivrò immortale che ci prenunzia gi

E perciò si fa dire dalla Musa: Fra pergamene logore, astruse Che andresti, misero vate, cercando? Astrusi ritmi, strofe confuse, Gergo dai vivi fuggito in bando? Odon gli stitici metri di notte L'ombre: te i cuori ch'odano io vo': O scegli il plauso di scimmie dotte, O scegli i baci ch'io sola do. Ma forse quand'egli rimpiange, con insolita bellezza di forma,

Rovistando fra i cantori delle grandezze umane, io trovo un Britanno che cantò degnamente di te, ed a cui l'Italia deve veramente eterna gratitudine. Byron! Il gran vate, e l'eroe delle Termopili, ricordò che accanto alle meraviglie dell'Ellade, potevano stare le maschie virtù del tuo grandissimo popolo.

"Ahimè!... Un profumo mi niegano i fiori "E la Musa un esametro!" Sovra il suo ciglio brillò una lagrima; Scosso era il labbro da un lieve tremito; E la spaziosa fronte Chinava Anacrëonte. Allor dei vate battè sull'omero Il sacerdote, la cerea tavola Colla destra additando, E disse sogghignando: "Pazzi e pöeti sono sinonimi!

Pur con sensi diversi or vi rimiro, O libri tanto amati a' primieri: Vate son io, ma spento è in me il desiro Di prostrarmi idolatra anzi agli Omeri. Se volgendo lor carte ancor sospiro, Magìa non è de' grandi lor pensieri: Più d'un libro m'è caro, e pure in esso Di rado cerco lui; cerco me stesso.