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Capitoli del regno di Napoli, pag. 20. Veggasi ancora il diploma di re Carlo I, a 31 luglio 1276, per le materasse che gli officiali prendeano ai giudici del comune di Messina, in Gallo, Annali di Messina, tom. II, pag. 105. Nic. Speciale, lib. 1 cap. 11. Anon. chron. sic. pag. 154. Bart. de Neocastro, cap. 14. Nic. Speciale, lib. 1 cap. 2. Saba Malaspina, cont, pag. 333 e 353.

D'Esclot, cap. 88. Rimostranza de' Siciliani, citata di sopra. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 2. Saba Malaspina, cont., pag. 332 e 353. Rimostranza de' Siciliani, citata di sopra. Raynald, Ann. ecc. 1267. §. 4, e 1268, §§. 36, 37. Saba Malaspina, lib. 6, cap. 3, 4 e seg.

⁵⁰⁰ De Saint-Non, op. cit., t. IV, I. p., p. 141. ⁵⁰¹ Bartels, op. cit., v. III, p. 353. Noi dobbiamo visitarla nella stagione in cui l’abitudine vi chiamava una volta il giorno la popolazione tutta; due volte il giorno, i ceti superiori⁵⁰². ⁵⁰² De Borch, op. cit., t. II, p. 132. Il 24 giugno la passeggiata estiva inauguravasi in forma chiassosa.

⁷² Villabianca, Diario, in Bibl., v. XXVI, pp. 97, 353. V’eran poi gli eterni disturbatori de’ teatri, tanto cari a certi codiciai moderni, nati fatti per proteggere i birbanti; ma la polizia del tempo, senza permesso ordine di nessuno, metteva loro addosso le mani e li mandava al Castello. Il giovane Marchese Costantino, capo di codesti sconsigliati nel 1797, informi.

Art. 353. «La pena sar

Nel 1781, come risulta dai piedilista, ruoli organici e stanza dei corpi insieme delle milizie venete redatti dall'inquisitore ai pubblici rolli, mancavano 654 oltremarini nei presidi di Levante, 353 in quelli di Dalmazia, 263 in quelli del Golfo e 42 infine in quelli d'Italia.

³⁷ Iulian., 351, 27 sg. ³⁸ Amm. Marcell., 1, 47, 3. ³⁹ Iulian., 353, 10 sg. ⁴⁰ Iulian., 152, 2 sg. ⁴¹ Idem, 352, 10 sg. ⁴² Idem, 152, 11 sg.

Dipl., tom. II, pag. 986 e 1015. Registro di Carlo I, segn. 1280, B, fog. 151 a t., citato dal Vivenzio, Ist. del regno di Napoli, tom. II, pag. 353.

Coloro che accusano Giuliano di violenza e di persecuzione per questi atti di difesa dimenticano che il Cristianesimo, appena ottenuta, con Costantino, la vittoria, non seppe sottrarsi alle condizioni dei tempi e dei costumi, e divenne tosto persecutore a sua volta. Come saggio della intolleranza dei primi imperatori cristiani e della persecuzione da loro iniziata, valga questo decreto di Costanzo e Costante, promulgato nell’anno 353. «Decretiamo che, in ogni luogo ed in ogni citt

Io mi convinsi che questo ragionamento, ispiratomi dagli dei, era il più sicuro ed il più conveniente ad un uomo equilibrato, poichè il correre ad un pericolo manifesto, per timore delle future insidie, mi sembrava cosa davvero avventata. Cedetti dunque ed obbedii, e così, in breve, mi si gettò intorno il nome e la clamide di Cesare»⁵¹. ⁴⁹ Iulian., 353, 26 sg. ⁵⁰ Idem, 355, 3.