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E Matteo Vento che sperava di andar sùbito a cena dovette fermarsi dietro la ferriera alla porta del principale. Questi lo chiamò per nome e, introdottolo nella sua piccola camera, lo invitò a sedersi. Matteo Vento: ho bisogno di te. Eccomi a' suoi ordini rispose l'operaio guardandolo attentamente. E domandò il permesso di riaccendere la pipa.

Chi piange qui? domandò mastro Jacopo con voce tuonante. Non voglio che pianga nessuno. Finiamola con gli strepiti! Volete farla morire? Non voglio che muoia. È la mia figliuola, è il sangue mio. La custodirò, la rinchiuderò, che non abbia più a vederla anima nata. Nessuno la sposer

"Ebbene," mi domandò il Gongora, "valeva la pena di sognare l'Alhambra per trecentosessantacinque notti?"

Non domandò nemmeno al portiere se Lalla era rientrata; ormai non pensava, non ricordava più che, quando prima l'aveva cercata, sua moglie era fuori. La trovò nel salotto sola, che lavorava coll'uncinetto una piccola cuffia da bambino.

Che vi piaccia di ferneticare, io non posso impedirlo osservò Morella. Ma che mi insultiate così... voi non avete, io non ve ne il diritto. Morella, una grazia mormorò il duca fermandosi innanzi a lei. Voi siete assurdo. Ti domando una settimana di respiro. Per che fare?

Dove è detto del Maso, ragazzo, come cangiasse stato e quante volte padrone. Domando una grazia ai lettori; ed è quella di ricordarsi d'un personaggio umilissimo, apparso nei primi capitoli di questo racconto, del Maso, a farla breve, del ragazzo che servì i due forastieri all'osteria dell'Altino.

, mamma, rispose Brunello. Sono corso qui a salutarti, e ritornerò domani sul lago. Chi c'era in villa? domandò Clara Dolores. Nicla, suo marito, e la zia Amelia. Sempre? No. Ieri Gigi è tornato a Milano e ci ha lasciati soli. Stamane dev'essere tornato in campagna. Ma perchè mi domandi? Vi ha lasciati soli, ripetè la contessa. Esitava, quasi avesse qualche cosa di difficile a dire.

Lasciami!... Lasciami passare!... Domando a Dio, domando a te per tutto quanto ho sofferto, una grazia... una grazia sola: quella di poterti salvare. Va via! Alzati!... Tu non puoi impedire a me, a tua madre, di salvarti. Alzati! Va via!... Te lo impongo. Io sola, qui, ho diritto di comandare e di sacrificarmi; tu questo diritto non l'hai, tu devi ubbidire. Va!... Va! Lasciami passare!... Maria più forte di Lalla in quell'istante, l'afferrò per un braccio e dopo averla violentemente strappata dall'uscio la condusse vicino alla finestra e sta attenta, le disse concitata, indicandole Giorgio, tra poco lo vedrai... lo vedrai muoversi di l

Voleva mostrarsi tranquillo, ma aveva il pianto nella voce. E tu che farai? mi domandò, quasi per sviare il discorso.

La fanciulla venne ad aprir l'uscio, e vedendo il padrone della casa, fece un gesto d'ingrata meraviglia, che a lui non doveva riuscir nuovo, poichè non ebbe aria di addarsene. Signora Maria! balbettò egli. Domando mille perdoni.... Entri, signore; disse Maria; e richiuso l'uscio, precedette il Ceretti verso il salottino.