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Tu mi risvegli e ti sento passare Pieno di pianti nel frigido letto: Alzo la testa, e se attendo mi pare Che meco pianga, o vecchio poveretto, Perchè sei stanco di dover andare. Mentre riposa ciascuna persona, Tu sol non cessi dal lungo tuo guaio: Fai nel passar una romba che suona Come il girar d'un immenso arcolaio, A cui la testa lenta si abbandona.

Misera me!... Crudo Neron, pasciuto di sangue ognor, di sangue ognor digiuno! OTTAV. Vieni, o Seneca, vieni; almen ch'io pianga con te: niun con chi piangere mi resta. SENECA Donna, e fia ver? mentita accusa infame... OTTAV. Tutto aspettava io da Neron, men questo ultimo oltraggio; e sol quest'uno avanza ogni mia sofferenza. SENECA Or, chi mai vide insania in un obbrobriosa, e stolta?

Alte terra` lungo tempo le fronti, tenendo l'altra sotto gravi pesi, come che di cio` pianga o che n'aonti. Giusti son due, e non vi sono intesi; superbia, invidia e avarizia sono le tre faville c'hanno i cuori accesi>>. Qui puose fine al lagrimabil suono. E io a lui: <<Ancor vo' che mi 'nsegni, e che di piu` parlar mi facci dono.

<<Se tu avessi>>, rispuos'io appresso, <<atteso a la cagion perch'io guardava, forse m'avresti ancor lo star dimesso>>. Parte sen giva, e io retro li andava, lo duca, gia` faccendo la risposta, e soggiugnendo: <<Dentro a quella cava dov'io tenea or li occhi si` a posta, credo ch'un spirto del mio sangue pianga la colpa che la` giu` cotanto costa>>.

Tu intendi.... M'è venuto questo accesso all'improvviso.... È una cosa dei nervi.... come una convulsione.... Si spasima; non si capisce più se si pianga di gioia o di dolore.... Ah, mio Dio!.... Vedi, mi passa.... Alzati Tullio; vieni qui accanto a me.

Beatrice stette a considerare cotesto lugubre edifizio; e saputo essere quello la prigione della Corte Savella, lieve percosse sul braccio alla cognata, e favellò: Non ti pare, che pianga? Chi? Cotesta carcere. Certo molte hanno da essere le lacrime che si piangono l

V. Hugo. Se nel crocicchio d’una via deserta O in mezzo al mondo gaio e spensierato Incontrate un bambino abbandonato, Pallido il viso e la pupilla incerta; Che d’una madre il bacio ed il consiglio Abbia perduto, e pianga su una bara La memoria più santa e la più cara, Oh, portatelo a me!... Sar

Non voglio che si pianga per me, in questa casa. Infine, tu lo vedi, non piango io. Ora! esclamò il vecchio Guerri. Ma poi?

Alzati, fatti più vicina... così... che io ti veda tutta... che io ti baci... purchè tu non pianga, Costanza.... Ma perchè, Signore! perchè?... e, parlando, ella gli passava una mano sui capelli, lievissimamente perchè hai fatto questo?.... Andrea Ludovisi chiuse un istante gli occhi. Senti... io non potevo vivere con l'idea che quell'uomo... ti avesse... amata.

<<Se tu avessi>>, rispuos'io appresso, <<atteso a la cagion perch'io guardava, forse m'avresti ancor lo star dimesso>>. Parte sen giva, e io retro li andava, lo duca, gia` faccendo la risposta, e soggiugnendo: <<Dentro a quella cava dov'io tenea or li occhi si` a posta, credo ch'un spirto del mio sangue pianga la colpa che la` giu` cotanto costa>>.