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Aggiornato: 10 giugno 2025
Io priego Iddio che faccia, in penitenza di tanto mancamento, che tu pianga, un tratto, per qualcun, come or ne ridi: ché forse allor mi terresti piú cara. Ecco tua madre. Voglio andar da lei. Come ne parlo piú... LÚCIA. Sta': non andare. Quando tornerai in qua? verrai stasera? Non odi? ARTEMONA. S'io verrò, tu mi vedrai. Calonide, buon dí. CALONIDE. Dio ti contenti, Artemona.
Taci, non dirlo.... sappi che forse vivremo.... allora io te la farò conoscere.... chi sa che adesso non ci preghi la pace, non ci guardi dall'alto, non pianga sopra di noi, se gl'immortali piangono!... tu la conoscerai in Paradiso.... adesso non aggiungerne parola.... terrei per maledetto il cielo sotto il quale fosse raccontato quel mistero di perfidia, e quasi tengo per avvilito me stesso per averlo, ahi! troppo acerbamente, conosciuto.»
chi fia che leggi così crude e torte, spirti amici d'onor e di bontade, non pianga meco ognor, ch'a le più rade virtù die' sempre il ciel vite più corte? Molza ben pianger dei, poi ch'al camino ove ti sprona un disusato ardire, perduta hai meco la più fida scorta. Io per me dopo sì fero destino non voglio altro, non deggio che morire se morir deve e puote, chi è gi
Non appena lo riconobbe, il poeta gli lesse il sonetto Piangete, o donne, e con voi pianga amore, che allor allora aveva composto per la morte di Cin da Pistoja, stato suo maestro in poesia.
Tu di', ch'io pianga, e che l'angoscia io versi, Ch'io mi strugga dolente al suo cospetto; Oh non del mio dolor tutto il cospersi? Non mi vide egli a se morir sul petto? Omai preveggo i Rodian perversi De le miserie mie farsi diletto; Certo è così, ma schernirogli almeno O con coltello, o con mortal veneno.
SENNIA. Non pigliar a tristo augurio, figliuol mio, ch'io pianga, ché l'allegrezza ch'io sento di tua venuta, tanto piú cara quanto men la sperava, mi fa cader le lacrime dagli occhi. LAMPRIDIO. O madre, io ancora non posso tenermi: sento il cuor liquefarsi di tenerezza. Raguagliami: è viva Beatrice mia zia di che molto si ricordava Teodosio mio padre?
E tornando poi con l'altra, cioè di volerti levare in alto per superbia, dicendo: Tu se' perfecta e piacevole a Dio; non bisogna piú che t'affliga né che pianga e' difecti tuoi; donandoti Io alora el lume, vedesti la via che ti conveniva fare, cioè d'umiliarti; e rispondesti al dimonio, dicendo: Miserabile a me!
Porti, nel sacco a spalla, ogni tuo bene; ma raccolto sul petto aver vorresti il tuo bambino, e dargli, se si desti e pianga, un bacio, e il sangue delle vene!... In sua culla di legno il bimbo dorme laggiù, nella casuccia in riva al fiume: la madre agucchia agucchia sotto il lume, ma in cuor cammina sulle tue tristi orme. Pòsati, adesso!... Getta il sacco a terra. C’è un po’ d’Italia, qui.
Era una gondola col felze, a due gondolieri. La giovane vi entrò, si abbandonò sul cuscino di destra, e non appena si sentì libera e sicura in quella penombra, proruppe a piangere. Berto che le sedeva a fianco, era desolato; le prese una mano e gliel'accarezzò cautamente. È la canaglia, disse. È la canaglia anonima, che non sa come sfogare la sua invidia. Non pianga, Loredana.
In suo paragone io non sono che un povero negoziante di ombrelle, che dovrei nascondermi sotto un mucchio di cenere, ma la gente si misura dal cuore e in questo cuore, cara Paolina, se lei potesse leggere, c'è qualche cosa che i re sempre non hanno. Dunque, adesso non pianga più; si asciughi gli occhi, benedetta, o finir
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