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V. Hugo. Se nel crocicchio d’una via deserta O in mezzo al mondo gaio e spensierato Incontrate un bambino abbandonato, Pallido il viso e la pupilla incerta; Che d’una madre il bacio ed il consiglio Abbia perduto, e pianga su una bara La memoria più santa e la più cara, Oh, portatelo a me!... Sar
Quando vi giunsi era l'ora del maggior movimento; e io m'andai a piantare sul ponte più alto del crocicchio principale.
La solitudine e la selvatichezza del luogo che s'internava in una specie di crocicchio: quelle ombre ballonzolanti sul fusto delle piante al mobile ed acceso riflesso della fiamma fumosa e resinosa, avrebbero ben potuto far credere a un convegno di malviventi, se dopo alcuni passi non avessi riconosciuto le gambe lunghe e magre del signor segretario comunale, e accanto a lui la figura tozza del console e due o tre guardie campestri.
Anche il dulcis amor patriae parlava in que' momenti supremi più forte nel cuor di Laurenti che non avesse mai fatto da prima. Ad ogni piè sospinto gli accadeva di fermarsi per raccogliere i suoi pensieri; ogni piazzetta, ogni crocicchio, dimandava un lungo sguardo di affetto; perfino certe faccie di viandanti, che gli erano un po' più dimestiche, gli facevano rallentare i passi.
La marchesa avanzava lentamente, gettando intorno degli sguardi ansiosi, e tenendosi vicino all'Olderico. Arrivati al crocicchio formato da un altro corridoio che tagliava il primo ad angolo retto, s'intese di scatto un rumor sordo, quasi un rantolo. Olderico!... datemi il braccio!... e vi si abbandonò tutta. Era un orologio invisibile, al quale scoccavano le ore.
Mi provai a disegnare una tela d'idillio, pensai alla bella giovinetta dalle braccia di latte, alla sua fontana sul crocicchio, alle finestre fiorite di garofani; pensai anche a Lei, mi perdoni, amica mia. Ella sa il mio metodo di lavorare; piglio una figura vera e ci filo attorno poesia, seguendone le forme e insieme nascondendole altrui.
Quella medesima sera, ripassai dinanzi alla Banca d'Inghilterra, vidi la borsa, mi trattenni un po' in quel crocicchio di strade dove ferve il gran commercio di Londra: e poi, tutto compreso di quello spettacolo, tornai a casa agitato da una smania non mai provata di buttarmi agli affari e di ammassare ricchezze. Ma che scrivere! dicevo tra me. Azione vuol essere!
Ma come, giunti ad un crocicchio, m'accorsi che egli faceva arrestare la carrozza per discendere, l'interessamento fu più forte in me dell'amor proprio; così che dopo pochi istanti di fiera battaglia io mi rivolsi ancora al signor Antonio, e arrossendo di vergogna gli domandai se dalla parte del castello si trovasse della selvaggina. Rispose di sì; ma pregavami non vi andassi.
Quella testina dopo essersi volta a destra verso il crocicchio della strada, ove finito il portico si vedevano transitare i passanti, si ritirava poi riaffacciandosi ancora nell'inquadrato della finestra e con una mossa affrettata, timida, si voltava in su...
Il destro furfante, poi ch'ebbe veduto il suo uomo correre in su, come se avesse l'ali alle calcagna, se ne discese con passo misurato al crocicchio del Portello, donde si avviò per via Caffaro. La strada era pressochè deserta, e oltrepassato il teatro Paganini era deserta del tutto. I Genovesi sanno che nell'anno di grazia 1857 la via Caffaro non giungeva ancora molto più in l
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