United States or Algeria ? Vote for the TOP Country of the Week !


Ella mi guardava, da presso; teneva fissi nei miei occhi i suoi occhi dilatati, che mi parvero nella penombra straordinariamente larghi. E io vedevo in quei larghi occhi passare, come a onde, la sofferenza sconosciuta; e quello sguardo continuo, intollerabile, mi suscitò d'un tratto un terrore folle.

Voi l'avete da anni il mio affetto. Ma in nome di questo affetto, vi scongiuro, Mario, abbandonate la vostra idea. No, dunque? Voi dite no? La voce del conte s'era fatta dura e cupa; la sua fisonomia esprimeva una sofferenza atroce. La Teresa gli posò una mano sulla spalla. Mario... Egli la respinse. Non perifrasi... o no? Ascoltatemi, Mario ella cominciò con dolcezza. Ma che poteva dire?

Pensare non era più possibile; nessuna idea, nessun concetto, nessuna parola riusciva a rompere la pesantezza del mio cervello che avrei potuto credere paralizzato se una specie di chiodo martellante sul cranio non mi avesse dato colla sensazione di una orribile sofferenza anche quella della vita.

Il padre invece, dacchè suo figlio aveva sviluppata quella gentile ed esile persona, che gli dava l'aria d'un piccolo principe, dacchè quel volto bianco, quegli occhi turchini, quei lineamenti delicati avevano perduta l'espressione penosa della sofferenza, andava superbo della bellezza del fanciullo; lo chiamava «il suo arcangelo biondo», si gloriava di lui come si era gloriato della moglie quando questa era stata oggetto dell'ammirazione di tutti, più per vanit

Egli aveva in animo d'assaporare fino alla fine il cordoglio insuperabile per un passato perdutissimo, rifacendosi col pensiero chi sa quante volte all'ultimo periodo tragico onde il primo periodo ridente era stato concluso. S'io avessi istituito un paragone fra quella specie di sofferenza e la mia, avrei trovato quanto la mia fosse più greve perchè più volgare.

Non perdete ogni speranza di vendetta; io pure fui insultata per causa della duchessa, e certo vi aiuterò.... Ah! quando penso alla lettera del duca, alle parole del conte!... , il conte vi ha insultata, principessa, disse Camilla, che non voleva perdere, il concorso della giovane.... Crudelmente insultata! Io meravigliai della vostra sofferenza!... Donna Maria fremette di rabbia.

Quegli apparecchi eran lugubri; si facevano in silenzio. Imperocchè ognuno di quelli oggetti aveva la sua storia dolorosa: essi ricordavano una memoria cara, un cordoglio, una miseria, una gioia, una sofferenza.

Non insultate vostra sorella, che meriterebbe invece la vostra stima.... Poi, ve lo ripeto: è vano.... Non so ciò che avrei fatto; ma in ogni modo non avrei mai permesso che rimanesse a mio figlio ciò che non gli appartiene. Don Francesco durava veramente fatica ad ascoltare ancora: meravigliava di stesso, della sua sofferenza.

Guardò l'uomo in volto e lo vide oscurato dalla passione dolorosa; capì ch'egli andava dietro ai balzi del pensiero e li ripeteva, dimenticando il riserbo tenuto fino a quel giorno e i doveri che quel riserbo gli imponeva. La comprensione della sua sofferenza incontenibile turbò maggiormente la donna. Allora, ella disse con voce spenta, Roberta non era ammalata.

Ma anche in quei momenti si parlavano assai poco: l'uno nervoso, irritato perchè offeso nel suo orgoglio, pieno di desiderii per quella donna ammirabilmente bella, che era sua moglie e gli apparteneva così poco: l'altra sempre assorta nelle sue tristi meditazioni, sollevando appena di quando in quando i suoi occhioni, in cui la sofferenza metteva spesso delle lacrime. Passò un mese.