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Aggiornato: 19 giugno 2025


I denti neri o ingialliti, mal collocati, indicano quasi sempre mitezza d'animo, sofferenza, virtù, rassegnazione. Una donna dai denti neri sar

Parlava con un po’ d’angoscia, con un po’ di febbre, come chi raccontasse la storia d’un suo lungo ed inesaudibile sogno; vedevo battere piano piano, con insidia, l’orlo delle sue ciglia quasi dorate; vedevo della sua bocca brillare, in un sorriso pieno di sofferenza, la rossa umidit

Non sapevo veramente da che mi venisse una tal fiducia; ma ero sicuro che Giuliana si sarebbe ridonata a me, così, o prima o poi, con un solo semplice atto silenzioso in cui ella avrebbe saputo mettere "tutto il suo perdono e tutto il suo abbandono". Ella sorrise. Un'ombra di sofferenza apparve sul suo volto troppo bianco, ne' suoi occhi troppo incavati.

Che hai? Che hai? ella domandava, nei primi momenti del loro amore, sentendo la sofferenza del suo silenzio.

E qui mi pongo ancora la mano sull'immane piaga! Un prete! e di più un gesuita il sublimato del prete mi si presenta, con mio ribrezzo in tutta la laidezza della sua natura per nausearmi rabbrividirmi e per nauseare coloro che avranno la sofferenza di leggermi!

La contessa Ginevra, la contessa Maria, il dottore, Bice stavano nel salotto attendendolo. Per la prima volta, dopo tanti anni, nell'entrarvi si sentì preso da un imbarazzo doloroso. La sua bella testa, impallidita in quei giorni, aveva un'espressione tale di sofferenza che la contessa Ginevra se ne accorse subito, e gli chiese affettuosamente: Siete dunque stato male, mio caro professore?

Alternative continue di bene e di male, di meglio e di peggio, che m'irritavano e m'eccitavano nel medesimo tempo. Un giorno, il viglietto diceva: Sono quasi guarita: esco a passeggio con Giorgio. La cosa mi sembrò di poco rilievo, anzi uggiosa, comechè venisse a scemar l'aureola di sofferenza, che m'era consueto vedere intorno alla figura di Laura.

«Il professore mi prese una mano e ne pizzicò le carni così forte, che sentii un gran dolore, ma nessun muscolo si contrasse a quella sofferenza, ed egli, lasciando ricadere il mio braccio, disse: « Non sente più nulla.

«Tutto codesto diceva colla sicurezza della sua fede robusta; e lo diceva sorridendo per consolarci nel nostro dolore. Quando Gualfardo si mostrava un po' espansivo con me, il povero malato dimenticava ogni sofferenza, ed era contento; non avea vissuto che per me, e credendomi felice non sentiva di morire. «Era una strana situazione.

Sei minuti dopo essere stato ferito, il coniglio era morto, senza gridi, rantoli, convulsioni che indicassero la menoma sofferenza o una lotta tra la vita e la morte.

Parola Del Giorno

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