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Oh, dolce!... Uno sfogliarsi di corolle sulla sua bocca e sul suo cuore, folle per la delizia d’essere vivente. E balzò a terra, bianca in quel divino languir dell’ombra e delle stelle,

Ella voleva burlarsi di lui: egli si sarebbe burlato di lei, l'avrebbe spinta a un'altra delle sue scene di cortigiana, di finta, folle passione: l'avrebbe assaporata, goduta a tratti a tratti, poi le avrebbe riso in faccia: l'avrebbe forse schiaffeggiata, costretta a domandargli perdono in ginocchio, trascinata pe' capelli sul tappeto della stanza, se gliene fosse venuto talento.

.... Quale al nascer di Palla alta e immortale Versò dorato nembo Sovra Rodi dal ciel l’eterno Giove, Tali e piú care a te piovvero in grembo Nel felice natale Nove grazie d’amor, bellezze nove. Folle chi mira altrove, Che ’l bello è in te raccolto, Vertú nel petto et onest

Era stato, anche quello, un pensiero folle. Certo Giuliana non avrebbe mai osato.... E io guardai le sue mani lungo il lenzuolo, prone, così pallide che soltanto le vene azzurre le distinguevano dal lino.

Noi vediamo qui un mare in tempesta, le onde verdi, le spume livide: dove sono più le convulsioni della storia, le folle ribelli, le vittime sanguinose?

Ma che profondo errore era mai quello che trascinava Giuliano nella sua folle impresa! Egli diceva al suo esercito:

L'esperienza di cui non doveva mancare a sessantanni di una vita di tante prove lo avvisava di star cauto rispetto alla natura delle folle e degli assembramenti popolari ove nelle moltitudini si nasconde facilmente il ladro, l'assassino, la spia ed il prete, generalmente occulto sotto mentita veste.

Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Li miei compagni fec’ io aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino.

Andovvi poi lo Vas d'elezione, per recarne conforto a quella fede ch'e` principio a la via di salvazione. Ma io perche' venirvi? o chi 'l concede? Io non Enea, io non Paulo sono: me degno a cio` ne' io ne' altri 'l crede. Per che, se del venire io m'abbandono, temo che la venuta non sia folle. Se' savio; intendi me' ch'i' non ragiono>>.

Stupido e folle La polve degli eroi Teuta calpesta: E sul terreno ancor fumante e molle La fiera Idra plebea scote la testa; Drizzasi e fischia, e le non mai satolle Fauci spalanca, e l'aria intorno infesta; E su la fossa dei fratelli inulta La civile Discordia orrida esulta.