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Aggiornato: 25 maggio 2025
Tu mi risvegli e ti sento passare Pieno di pianti nel frigido letto: Alzo la testa, e se attendo mi pare Che meco pianga, o vecchio poveretto, Perchè sei stanco di dover andare. Mentre riposa ciascuna persona, Tu sol non cessi dal lungo tuo guaio: Fai nel passar una romba che suona Come il girar d'un immenso arcolaio, A cui la testa lenta si abbandona.
Il buon vecchio, trascinato a girar come un arcolaio sopra il suo pensiero, mentre, faceva l'atto di buttar marenghi nella cenere del caminetto, cantarellò a voce alta: e plif e plaf. Che cosa fa, don Procolo? animo, aiuti la balia.
Qui si era riprodotto il martirio di S. Erasmo. Il santo era rappresentato appoggiato ad un piedistallo, col ventre sfondato da cui uscivano gli intestini che due carnefici afferravano e giravano attorno a un arcolaio. Il santo non vedeva, non sentiva più nulla, poichè il suo capo morente cadeva a terra. Stava presso di lui un sacerdote di Giove, colla testa inghirlandata, splendidamente vestito, che additava con un gesto di compiacenza la statua del nume, che stava in un angolo, e davanti alla quale ardeva il fuoco del sacrificio. Questo sacerdote pagano non aveva affatto l'aspetto fanatico o diabolico, ma un'aria bonacciona, come volesse dire: «Vedi, Erasmo, amico mio, noi ci prepariamo a strapparti le budella, perchè non hai voluto sacrificare a questo Giove potentissimo; fallo, te ne scongiuro, figlio mio, finchè sei ancora in tempo, e tutto sar
Certo egli era un negromante, che se la intendeva con gli spiriti maligni. Però la testa gli girava come un arcolaio; sentiva alle tempie il sangue picchiar nelle arterie; la camera gli si allungava stranamente davanti agli occhi; la persona del suo inquisitore si rimpiccioliva, in quella che la voce di lui gli suonava cupa e minacciosa come rombo di temporale in lontananza.
Che opinione ti sei formata di me? che io sia diventato un mulino a vento, da muover le pale ad ogni soffio? un arcolaio, che quanto è più vecchio e più gira, ai capricci delle donne gentili che si trastullano a dipanare? un guancialino da aghi e da spilli, per uso delle ragazze che si addestrano a pungere? e peggio, poi, un tappeto, una pedana, un posapiedi da contesse?
»Rosilde appena lo seppe venne a cercarmi e volle a tutti i patti che andassi a stare con lei. »Quest'atto di amorevolezza mi fu caro in quei tristi momenti. »Avevo quindici anni più di lei ed ero tutta contenta di farle da madre. »Mi menò a Venezia, e, dopo qualche settimana a Trieste, dove le avevano fatta una scrittura molto grossa. »Dapprincipio tutto andava come un arcolaio.
Quella notte stentai a prender sonno: il racconto di Mansueta, quello dello speziale, le confidenze di don Luigi mi giravano per il capo come le aste di un arcolaio; pensavo a Rosilde, al dottor De Emma; costui mi stizziva; mi pentivo di avergli accordata la mia simpatia. Anzi d'essermela lasciata scroccare. Non era egli causa di tutte le disgrazie dei miei amici? Mi pareva evidente.
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