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E come si chiamava? domandò Andrea, con un leggero tremito nella voce.

Nel piano di sotto abitavano i padroni di casa, certi Feana, oriundi piemontesi, moglie e tre figliuoli, più una vedova sulla quarantina, che il signor Giacinto Feana chiamava sempre la cognata sofferente.

Dalle un bacio anche tu, Nina, te lo permetto. Ma Giusto ne fu impedito dalla notaia, la quale affacciandosi nel vano dell'uscio lo chiamava in disparte. A più tardi, disse, sorridendo a Nina.

E questo livore non era nemmeno cagionato dagli sgarbi che usavano a suo fratello, ma perchè un giorno, essendo passata vicino al portone della scuola in un momento che gli studenti ne uscivano, la ragazzaglia, com'ella la chiamava, s'era messa a gridare dietro a squarciagola: bella! bella! bella!

Se non m'inganno, la vostra Fidelia deve aver compiuto i diciannove anni... Ella è nata nel 1963, all'epoca in cui ebbi anch'io una figlia... una figlia che si chiamava Stella... no... mi inganno... Giacinta... o piuttosto Camelia... Questi tre nomi c'erano nella famiglia... e so di averli iscritti ne' miei registri... Ah! voi siete un padre fortunato, signor Proposto... Avete potuto tenere presso di voi una figlia per diciannove anni, mentre a me, de' miei dodici, non ne rimane più uno.

Oltre le settimane di sette giorni si avevano ancora: Le ebdòmade di settimane, cioè i quarantanove giorni che correvano dalla festa di Pasqua alla festa di Savuód; Le ebdòmade d’anni, dei quali il settimo si chiamava anno sabbatico senad assemit

Il marchese aveva poi un'abitudine, che ingenerava molta confusione: i cavalli, i cocchieri e le signore chiamava soltanto col nome di battesimo: Adamastor, Dirce, Vandalo, Fanny, Sandro, Cecco, Toni; l'Ippolita, la Jenny, la Norina.

Fatto è che il Tettone, raccozzata una canaglia valente in parole e ch'egli chiamava esercito, parte ne inviò per la banda di Lecco. Cogli altri volse a Como, ove chiese d'entrare nella citt

Quando vedeva una frotta di ragazzi in strada, chiamava a il più grande e gli dava qualche soldone perchè comperasse e distribuisse con giudizio una manata di zuccherini. La frotta scalza pigliava la corsa per la piazza come uno stormo di passeri, gridando: Viva el scior Ambroeus!

LIMOFORO. Ecco che mentre piú ti raffiguro, ti vedo nel fronte il segno di quella ferita che ti fe' Cleria mia moglie, quando ti cadde Aurelia di braccio. Ma dimmi, nuovo Limoforo, come si chiamava il marito di Lima? PSEUDONIMO. Che imperio avete sopra di me, che sia costretto a rispondere a quanto mi dimandate? Non me ne ricordo.