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È giusto, disse il signor uffiziale; io non ho punti da mostrare. E tutti e tre stavano a guardare il quarto giuocatore, che con tutto il sangue freddo possibile succhiellava la sua ultima carta. Estratta che l'ebbe, senza dir parola schierò sul tappeto le sue carte, mostrando col dito che davano per punto quarantanove a fiori.

Avevano fatte le campagne del Quarantotto e del Quarantanove; poi, ritornati alle case loro, e non pensando più di dover ripigliare il fucile, erano diventati uomini gravi e pacifici; la più parte si erano anche ammogliati.

Oltre le settimane di sette giorni si avevano ancora: Le ebdòmade di settimane, cioè i quarantanove giorni che correvano dalla festa di Pasqua alla festa di Savuód; Le ebdòmade d’anni, dei quali il settimo si chiamava anno sabbatico senad assemit

«I presentimenti di Pannini ebbero sfortunatamente ragione nella corta e disastrosa campagna del quarantanove. A Novara, in sul primo avanzarsi verso il nemico del suo battaglione, il maggiore cadeva colpito in pieno petto da una palla tirolese. Raccolto sanguinoso egli non fece che chiamare con tutta istanza presso di il capitano Biale.

Ed ecco un altro esercito più bello, più potente, più glorioso: l'esercito di Roma: i suoi valorosi di Villa Panfili e di Villa Spada, il battaglione dei Reduci, i quattrocento universitari, i trecento doganieri, i trecento emigrati, la sua brava legione del quarantanove; e primi tra i primi l'eroico Luciano Manara, stretto al fianco d'Emilio Dandolo sanguinante, nelle cui braccia rese l'anima; Goffredo Mameli, bello come un dio risorto; Emilio Morosini, l'eroe di diciott'anni, grondante sangue da tre ferite; il prode Dalla Longa, morto salvando il cadavere d'un fratello; e in mezzo alle schiere, piantala in groppa a un puledro, la sua Annita intrepida e amata che frustò i codardi sulla via d'Orvieto, e il suo fido Ugo Bassi, coronato a Bologna dalla morte che ambiva, e il gentile Luigi Montaldi, il gemello del Mameli, crivellato dalle baionette dei vinti del 30 aprile, e il Montanari, e l'Isnardi e il Marocchetti, che accettarono il suo fiero invito sulla piazza del Vaticano, e gli furono compagni in tutte le vicende dell'epica ritirata.

Uno, due, tre... venti... quarantanove, cinquanta! e sono mieipensava egli. Altro che giuggiole! Tanti anni di fatica non mi partorirono che stenti e miseria; ed ecco una notte mi fa capitare quello che in vita mia neppure avevo sperato! Oh stamattina devo pure essermi segnato bene! Ora capisco perchè il fuoco jersera soffiava a quel modo... Ed io balordo anguillai prima di accettare! , ; m'han detto giusto a chiamarmi il Lasagnone. Ma ora sar