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Ma tosto Guido Antonio, Astorre, Romeo e Giacinto Barbazza con un loro zio, pei quali tutti oramai spirava mal’aria in Bologna, si nascosero in casa di Giambattista e Aldobrandino Malvezzi, loro fratelli uterini, e con l’aiuto di essi scalarono nella notte le mura della citt

Tale fu l'ultimo colloquio che ebbi con mio padre su questo argomento. Cercare la donna ecco il punto ove dovea volger le mire la donna che avea spinto quel giovane innocente nel carcere per tutta la vita. Non avrei creduto mai che Giacinto potesse nutrir tali fantasie! esclamò il marchese, in tono di compassione.

Ecco il gran punto... cara Diana, esclamò il Venosa, e la voce gli tremava. Mio padre, ripeto, nutriva l'assoluta convinzione che costui non avesse assassinato il conte. È strano che Giacinto Venosa... vostro padre... ch'io ho ben conosciuto, potesse pensare che un uomo, senz'alcuna colpa, sia per anni e anni sottoposto alle più atroci sofferenze, chiuso in una prigione.

Guerra e Marina, i signori barone Andrea Bivona, Rosario Bagnasco, Pasquale Bruno, Ignazio Calona, Salvatore Castiglia, Giambattista Cianciolo, Emanuele Caruso, Damiano Lo Cascio, Giacinto Carini, Sebastiano Corteggiani, Ascanio Enea, Enrico Fardella, principe Grammonte, cav.

La cena in casa Giacinto, andò così, così, quanto ad allegria. Tutti ebbero scarsa loquacit

Di a un quarto d'ora il signor Giacinto si alzò. Non poteva trattenersi, pur troppo, in causa della pedanteria dei superiori che l'avevano gi

Nel piano di sotto abitavano i padroni di casa, certi Feana, oriundi piemontesi, moglie e tre figliuoli, più una vedova sulla quarantina, che il signor Giacinto Feana chiamava sempre la cognata sofferente.

Col garbo stesso col quale lo artefice industre si accinge a metter mano ad un sottile lavorìo, maestro Giacinto, ch'era il boia, secondato a maraviglia dai suoi valletti, spogliava in un attimo, legava, e traeva in alto per le braccia il meschino;

Le signorine, morrebbero di languore, piuttosto che perdere un ballo, ma è giocoforza che seguano i loro capi di famiglia, per le solite convenienze sociali. Esce anche la famiglia Giacinto e con quella il Commendatore. Questi nel vestibolo del teatro, incontra Alfredo, vuole scherzare, come al solito, dicendogli: Ma voi non avete ancora ballato colla signorina Violetta?

Ventimila lire! esclama l'amico sbalordito, ben sapendo che d'ordinario a Giacinto mancano spesso venti soldi: e come hai fatto a pagarle? Pagarle sarebbe niente: è che invece non ho potuto intascarle. Vedi? Se iersera avessi comprato centomila lire di rendita, oggi avrei ventimila lire nette di guadagno: ti capacita? Il sabato sera, d'ordinario, Giacinto ha la faccia d'un morto in permesso.