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Una volta, in un vagone, vidi un francese che leggeva un libro con grande attenzione, facendo di tanto in tanto un segno di stupore. Tutt'a un tratto, mentre cercavo di leggere il titolo sulla copertina, esclamò: Ah! c'est dégoûtant! e cacciò il libro nella valigia, con un atto di sdegno e di disprezzo. Rimase qualche minuto sopra pensiero; poi riaperse la valigia, riprese il libro e ricominciò a leggere. Poteva aver letto un paio di pagine, quando diede improvvisamente in una grande risata, e voltandosi verso il suo vicino, disse: Ah! caro mio, c'è qui una descrizione d'un pranzo di nozze che è una vera meraviglia! Poi continuò la lettura, dando a vedere in mille modi che ci provava un gusto infinito. Il libro era l'Assommoir. Quello che accadde a quel francese leggendo l'Assommoir, accade a quasi tutti alla prima lettura dei romanzi dello Zola. Bisogna vincere il primo senso di ripugnanza: poi, qualunque sia l'ultimo giudizio che si porta sullo scrittore, si è contenti d'averlo letto, e si conclude che si doveva leggere. Il primo effetto che produce, in specie dopo la lettura d'altri romanzi, è come quello che si prova all'uscire da un teatro caldo e profumato, ricevendo nel viso il soffio fresco dell'aria aperta, il quale d

Per la croce di Cristo! scatta su di nuovo Gisulfo, cosa diavolo mi state sciorinando di forma e materia, e di sentirvi male e di attendere?... Steste voi pure sulle brace come s. Lorenzo, favellerete favellerete sull'istante, e direte la storia per filo e per segno, tal quale la contaste a Melfi. Io rispetto gli uomini della Chiesa e gli oratori del papa.

E allora sposatela in facie Ecclesiæ, per filo e per segno, secondo il sacrosanctum Concilium Tridentinum, e non mi venite... Dio sa se io lo farei; ma, ahimè! un tanto bene mi è tolto. E allora non la sposate.

Ma possiamo noi crederla? Egli arriva a questa conclusione attraverso le contraddizioni, le stranezze e diciamo anche le stravaganze che abbiamo viste. Non è questo il segno che la conclusione non è naturale, sincera, sicura? Dopo tanti pentimenti, non si pentir

Messer Cino, nell’accomiatarsi, era pregato dal Vergiolesi di volersi recare a lui nel giorno veniente. Selvaggia, nell’udir ciò, diè segno di tal compiacenza, che non potè celare al guardo del giovane Sinibuldi; tantochè, lieto esso pure, coi suoi amici se ne partiva. «Molte volte addiviene che all’estremo gaudio conseguita il lutto

Nulla giunse; in nessun modo il droghiere diede segno di vita. Il domattina Antonio stette in casa fino alle dieci, nella speranza sempre che da un momento all'altro qualche cosa apparisse.

Torturato dalla fantasia mi rimproverai di non essere corso prima nella Theresienstrasse a vedere se i balconi dessero qualche segno di una levata mattutina della famiglia. Avrei voluto corrervi allora, ma tremavo di non essere in tempo, ed esitai tanto che la cosa divenne impossibile.

Padrona di casa, ella non può condurre la cortesia ospitale fino al segno di essere e di apparire inferiore in bellezza, o pari almeno, alle sue nobili visitatrici. La Giulia Monterosso, di cui gi

Ma se in cuor suo egli non sentiva il delitto, la sinistra espressione del viso, l'inquietudine di certi moti involontarii che gli sfuggivano a quando a quando eran segno dell'impazienza e dell'odio che dentro lo rodevano, della maledizione che lo accompagnava.

45 Astolfo tutto a un tempo, ch'era quivi, che questo Orlando fosse, ebbe palese per alcun segno che dai vecchi divi su nel terrestre paradiso intese. Altrimente restavan tutti privi di cognizion di quel signor cortese; che per lungo sprezzarsi, come stolto, avea di fera, più che d'uomo, il volto.