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Alle prime scaramucce nessuno de' due avversari perdette un palmo di terreno; la giovine non ardiva ancora di servirsi di tutte le sue armi: ma a poco a poco gli assalti cominciarono a farsi più vigorosi e più incalzanti. Furlani non ne aveva la meglio: però l'amor proprio non gliene faceva accorgere; prendeva gusto anzi a quel gioco.

63 Il vedermi lograr dei miglior anni il più bel fiore in vile opra e molle, tiemmi il cor sempre in stimulo e in affanni, ed ogni gusto di piacer mi tolle. La fama del mio sangue spiega i vanni per tutto 'l mondo, e fin al ciel s'estolle; che forse buona parte anch'io n'avrei, s'esser potessi coi fratelli miei.

In questa occasione si ebbe il barbaro gusto di coronare con due laminette d'oro le due teste delle immagini. Nella sacrestia se ne conserva anche la custodia in legno, fregiata dei gigli degli Angiò e ornata d'immagini ben conservate e di ottima esecuzione, rappresentanti la crocifissione di Cristo ed altre scene bibliche.

Parlo sul serio... È tanto difficile averlo giusto questo concetto della vita che può esser sapienza il non averne nessuno. «Salvate, oimè, le membra Dal tarlo del pensieroRicordi questi versi? Oh, dei versi e delle sentenze ce ne son per tutti. Tornavano a bisticciarsi così, come una volta, pur provando un gusto immenso ad essere insieme.

Tenere quelle bestie al buio senza mangiare bere; perchè non si poteva dir mangiare il ricevere tre volte al giorno un nutrimento nello stomaco senza averne sentito il gusto.

PANIMBOLO. Voi altri innamorati volete sentire una risposta mille volte. DON FLAMINIO. Pur, che ti disse? PANIMBOLO. Quel che suol dir l'altre volte. DON FLAMINIO. Non puoi redirmelo? non vòi dar un gusto al tuo padrone? PANIMBOLO. Cose di vento. DON FLAMINIO. E udir cose di vento mi piace.

La sua Venere aveva sempre gli occhi rivolti alla scena, e i movimenti agili e graziosi della sua testolina, e il lampeggiare de' suoi occhi profondi, indicavano che essa pigliava gusto alla rappresentazione.

Infatti, dove son generi, son sempre figliuole. Per contro, dove sono figliuole, non è ancor detto che i generi abbondino. Damiano si lasciava condurre, sorridendo alle frasi del vecchio, sorridendo alle frasi dei giovani, sorridendo a tutti e a tutto. Si sarebbe arrivati finalmente in qualche luogo, dov’egli potesse continuare a sorridere, e con più gusto che allora.

⁵²⁷ Rezzonico, op. cit., v. I, pp. 47-48. A tanta profusione di ornamenti e di doni di natura il gusto dei patrizî spese tesori. Gli artisti più illustri vi tornarono sempre, chiamati a gareggiare di affreschi, di tele, di sculture, di ornati, che attestavano non solo il merito loro, ma anche il senso squisito dei signori che li chiamavano e largamente li retribuivano.

Durante questa prima epoca, il Pacini si trovò sempre di fronte quell'inarrivabile colosso, la cui altezza nessun maestro dell'epoca ha potuto raggiungere Gioachino Rossini. L'autore degli Arabi nelle Gallie e della Niobe, malgrado una originalissima tempra di ingegno, doveva necessariamente, per secondare il gusto predominante e in qualche modo farsi perdonare la propria audacia, seguire le orme più accette dello stile rossiniano. Nelle Memorie Artistiche vediamo ingenuamente espressa dal Pacini cotesta confessione. «Mi sia permesso far osservare, scrive egli, che quanti in allora erano maestri miei coetanei, tutti seguirono la stessa scuola, le stesse maniere, e per conseguenza furono imitatori, al par di me, dell'Astro maggioreIo però non convengo pienamente nell'avviso dell'illustre Pacini laddove dice che «nelle belle arti e nelle lettere ogni epoca segna un carattere proprio, di cui un solo uomo crea lo stampo.» A me pare che il concetto della parola epoca non sia stato mai determinato con precisione. L'epoca non rappresenta nello spazio del tempo che una cifra senza significato; ciò che d