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«Entro i templi, pari al volgo, Di prostrarti non vergogni? Lascia, stolto, i vieti sogni: Sol ne' sensi è verit

POPPEA E crede il popol stolto, ch'io la di lei pietá?... NER. Sempre arte, sempre? Non ferro mai? TIGEL. La men probabil cosa, vera talvolta al popol pare. O stanco fosse, o convinto, a queste varie voci, ei rattemprò di sua ribelle gioja il gran bollore in parte. Il frattanto si muore; e fian segnal funesto l'ombre di ragioni ben altre.

Non prendan li mortali il voto a ciancia; siate fedeli, e a ciò far non bieci, come Ieptè a la sua prima mancia; cui più si convenia dicer ‘Mal feci’, che, servando, far peggio; e così stolto ritrovar puoi il gran duca de’ Greci, onde pianse Efigènia il suo bel volto, e pianger di i folli e i savi ch’udir parlar di così fatto cólto.

E perché il patto era ito innanzi molto e discior nol potea senza disnore, risolto avendo di non esser còlto marito d'una ch'avea troppo core, si finse un tratto divenuto stolto e di cader di furore in furore. Cinqu'anni ebbe la flemma a fare il matto, tanto che alfin fu lacero il contratto.

Evvia!.... Sorridi, Emilio!.... Sorge nel Ciel l'aurora, E, solitario, io vigilo Sulle mie carte ancora! Stolto!.... Giuro il silenzio, E ti favello intanto!.... Stolto!.... E rileggo il canto Che la mia man notò! Emilio, io voglio illudermi! Sono troppo felice! Mi risveglio da un'estasi E il pensiero mi dice: "Stretto è il fatal connubio!

Oh, potessi scordar l’alate e rosee Larve del sogno appassionato e stolto De la mia gioventù; Su le rovine de l’amor sepolto Non ridestarmi più! .... Va, sirena, e trionfa.

Detto io mai non l'avrei, se Ottavia mai avuto avesse l'amor tuo. Ma, stolto! che parlo? Ove ciò fosse, ove mertato ella avesse il tuo cor, non che mai farti oltraggio tal, pensato avrialo pure? Ragion di stato, e mal tuo grado, in moglie costei ti diede. Ella di te non degna ben si conobbe, e quindi il cor suo basso bassamente locò. NER. Ma oscuro fallo, temo, che il trarlo a obbrobríosa luce...

E se uno chiede una zitella in isposa, gli è forse come l'avesse sposata? «... perchè ella non sarebbe così sbigottita! E abbandonandosi su d'una scranna, colla fronte tra le mani, i capegli scomposti; oh stolto, proseguiva Giuliano, stolto che io fui a tardare tanto! l'ho meritato...! l'ho meritato...! dunque hanno fatto gli sponsali! Non v'è più speranza? E Bianca ha potuto dimenticarmi?

Ru. Voi saper dov'io tegno: il mio pensiero Et in cui penso e spero: hora me ascolta Sappi la mente ho volta: non in femine Ma in parti, in campi, in semine, e in raccogliere Varii frutti che togliere la fame Sogliono e impir le brame, a' corpi humani Ma sian da noi lontani: e prati e campi Tu mi dici che avampi: pel mio volto E un altro, è per te stolto: anchor m'hai detto Guarda che belli diletto, o ben confassi Che fuggi gli suoi passi: & io i tuoi fuggo Ma mai sotto il tuo giuggo: non me tiri Dimmi perché, i martyri: e gli suoi pianti Non movon tuoi sembianti: ad aiutarlo.

Per voi dalla terra Piacer non alligna: Fors'anco taluno Vi guarda e sogghigna, Vi chiama delire Da stolto fervor. Ma voi non curanti Di plauso o di scherno, I poveri amando Amate l'Eterno, Ai bimbi servendo Servite a Gesù. Il mondo che ignora Del core i misteri, Non sa che più dolce Di tutti i piaceri È l'umil conflitto D'arcana virtù.