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Ma se elli sará vero e buono medico di quelle anime, come erano questi gloriosi pastori, egli non dará unguento senza fuoco della reprensione. E se il membro fusse pure obstinato nel suo mal fare, el tagliará dalla congregazione, acciò che non imputridisca gli altri con la puzza del peccato mortale. Ma essi non fanno oggi cosí: anco fanno vista di non vedere.

Il marito le comunicò il progetto di Selva di farlo entrare negli uffizi dei banchiere ricchissimo che avea nome Bancone, e i mezzi che voleva usare per ciò. Il mal umore della donna si dileguò quasi per l'affatto a codesta notizia. Avremo per lo meno il pane quotidiano assicurato: esclamò essa lietamente; se pure tu saprai conservarcelo: soggiunse con un residuo di acerbezza.

Via, siate buono, il mio giovinetto! bevete questo bicchiero, fra noi, da buoni amici. E fidatevi di me. io, i miei, non abbiam bisogno di nulla, signore! replicò, con mal celato disprezzo, Damiano.

Ad ogni modo spargevansi in Italia letterati, filosofi, reliquie di quella reliquia; a' quali fu mal attribuito il fior delle nostre lettere giá fiorenti spontanee da duecento anni, a cui è tutt'al piú da attribuir l'esagerato affetto alle cose antiche che seguí.

Sebbene egli avesse trovato il Baglione invecchiato ed orrido da far paura, tuttavia avea subito tentato riannodare il filo che, tre anni prima, era stato mal suo grado spezzato.

Come senza dote? saltò su a dire Fabrizio un po' risentito. Se parli con lui, soggiunse il padre di Carlo, con mal dissimulata ironia, sua figlia è più ricca della signora B .

Un fiume di parole roventi, mal connesse; fremiti nelle mani abbarbicate alle braccia dell'amico, lampi negli occhi gonfî di lacrime. Roccaforte, con voce d'indulgenza quasi paterna, disse: Fanciullo, va'!

I Tedeschi, a mal grado che il d'Angalone contrastasse, tratti dall'ingordigia della preda, rotti gli ordini, presero, come sicuri della vittoria, a sbandarsi qua e l

La bella mal renitente a te sporse la bocca molle d'ogni dolcezza, onde fu a lungo inebriata poi, lieta di canti, l'aurora del tuo maggio e a lei men triste degli anni brevi il pallido tramonto. "Io te guidai per la superba via e forte in man ti equilibrai la spada della Giustizia un'altra erra dicendo in ton più grave.

CLERIA. Come può esser questo vero, se qui non veggio niuno altro che te, altri che tu mi parli? Ma dimmi, Fioretta carissima, sai tu quanto egli m'ami? ESSANDRO. V'ama quanto io. CLERIA. So che tu m'ami, non ne sto in dubbio; ma tu sei mal cambiata da me, che ti amo quanto si può, perché mi rassomigli tutta a tuo fratello. ESSANDRO. Anzi piú m'amaresti, se mi conoscessi.