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No, no, non voglio lasciarti, Kabango! Ascolta, Kabango... Posso, se vuoi, condurla con me. Se la fortuna sorride a me, sorrider

Oh, cancaro! io temo di esser scoperto da altri per vignarolo, e or scopro me stesso; e quel che con tanta diligenza vuo' nascondere lo paleso a tutti. Son solo e parlo come fosse accompagnato. Ascolta, vignarolo, e fa' come ti dico io. Ben, che dici? che vuoi che faccia?

È il dramma psicologico di un cretino: e il cretino, lo intuisci subito, sono io. Credi tu che uno, perchè è artista, non possa essere profondamente cretino? Credi tu che uno, perchè è pittore e sente il colore, non possa essere un cieco della vita reale? Io sono un cieco della vita. Ascolta.

Invece, porta qua tutto il rifiuto dei pettegolezzi, pretende ch'io lo ascolti e vuole sapere anche se, caso mai, avessi avuto un figlio! Non s'avvede, non sente di essere ridicolo?... No, ascolta, interruppe Adolfo, alzando la destra quasi a frenare quel torrente. Io non voglio sapere nulla....

Oh parlate, Aloise! aveva risposto Lorenzo. Vi ascolto come si ascolta un fratello, come si ascolterebbe la voce della propria coscienza.

Oh, perchè piangi? sclamò Elisa vedendo i lucciconi negli occhi di sua madre. Ascolta Elisa. Se tu dovessi persuaderti che il conte O'Stiary non è degno di te? Tu me lo hai fatto capire altre volte disse la fanciulla ma io non voglio crederlo ancora. Egli è pieno di cuore e di onore. Che cos'avrebbe fatto per non essere più degno di me?

Trascorre un altra mezz'ora; si ascolta il rumore dei disgraziati che sono stati avvinghiati pei primi dai falchi del Bolis: si compiangono, ma quale fortuna, se noi potessimo uscir loro dalle unghie!.. Il vapore è in movimento... Che si parta davvero? Non si osa credere a noi stessi, ma alle fine ci si persuade che si va... Si va, ripetiamo tutti tra noi, e sentiamo tra ciglio e ciglio l'umor di una lacrima Ci si ferma di nuovo!... Esclama un nostro compagno, e pur troppo, ci si convinse di subito della triste verit

Va sulla piattaforma con riluttanza. Preferisce il tavolino di redazione al palco dinanzi la folla che lo saluta col battimano fragoroso e lo ascolta a bocca aperta. Nemico dei parolai e degli smargiassoni che sciolgono i problemi con qualche frase alcoolizzata, non capisce la piattaforma che quando si ha qualcosa da dire. È una tolda che lo impensierisce, che lo mette in orgasmo, che lo obbliga a buttar giù note, a raccogliere fatti, a pulire della prosa che andr

Ah, Giesù Cristo mio! (Si sberretta. Tutti gli uomini si sberrettano. Le donne fanno gruppo. Gente alle finestre. Quelle della mala casa si schiudono e qualche figura appare disotto le persiane) Io a vuie mm'arraccumanno!... (Cade lentamente in ginocchio. A uno a uno tutti si piegano o s'inginocchiano. Appare, in questo, dal vicolo a destra, donn'Amalia, s'arresta, sorpresa, e ascolta) Io a te mm'arraccumanno cull'anema e c' 'o cuorpo! Tu mm'aie da scanz

MORFEO. Eccomi all'ubidire. PANURGO. Togliamcele calde calde. MORFEO. Presto presto, che non puzzino. PANURGO. Nasconditi, ascolta e vieni a tempo. MORFEO. Mi nasconderò, ascoltarò e uscirò a tempo dall'imboscata. PELAMATTI. Non si vidde al mondo mai il piú bizzarro uomo di maestro Rampino.