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Il pellegrino rispose con un altro dei suoi tetri sorrisi, e continuò cantando: Spirto del dubbio, spirto che indaga, Che viver sdegna contento al quia, di fallaci larve s’appaga, E l’uom da’ stolti sogni disvia. Com’ei da sezzo giunto s’assise, Lo vide il vecchio Sire e sorrise.

Non risponde colui: torbido, immoto Per le tenebre lunghe il guardo intende; Chè un agitar di strane Ombre e un ignoto Di larve brulicar l'aria comprende: Rizzansi i sassi, i marmi, e van pe 'l vuoto, E incerta su di lor la luna splende; E a lui d'intorno in apparenze strane Prendon fogge e sembianze e voci umane.

Meditai, cercando la solitudine, e scrissi, appoggiandomi al muro di un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'aver pensato a qualcosa: contemplando le croci del tristissimo campo, m'accorsi che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce! E che rester

Giovenale ha chiesto una volta: «quot libras in duce summoMa questo signor Giovenale non è tutto oro di coppella. Le grandi larve siedono ancora sui pugni d'ossa e di polvere, che furono le loro spoglie mortali. Si pensa, davanti a quelle reliquie, e lo spirito si eleva. Tutto ciò che eleva lo spirito aiuta il progresso dell'umanit

46 E poi che 'l tristo puzzo aver le parve, di che il fetido becco ognora sape, piglia l'irsuta pelle, e tutto entrarve lo fe'; ch'ella è grande che lo cape. Coperto sotto a così strane larve, facendol gir carpon, seco lo rape l

Tu di sensi gagliardi Le umane alme alimenti, E stesse a stesse insegni e sveli, Perchè libere alfin corran le genti A la vittoria di più fidi cieli. È sogno il mio? M'illude, Vôto fantasma, il desiderio, e fingo Larve di spirto ignude? Dai ciechi abissi invano A combatter con Dio l'ultima pugna Sorse il mio spirto?

Andai nell'orto a trovare dei lombrichi i quali strisciavano i loro umili anelli sulla terra; presi larve di insetti, bachi, piccole lucertole, che godevano sul muricciuolo il dolce sole, e fatto di questi innocenti animaluzzi un cibreo che giudicai appetitoso, lo offersi al mio falco. Non mangiò nemmeno allora.

O pali, o mummie, o blocchi di granito, Il fragor de la via non vi ridesta?... Titanico fragor che par muggito, Fischio di vento, rombo di tempesta?... Larve d’anni e di secoli travolti, Vizze foglie del tempo che fiorì, Filosofi, tiranni, eroi sepolti, L’eco non giunse a voi de’ nostri ?...

A la fanciulla Su le stanche pupille il sonno scese, E sovr'esso a la terra arida e brulla Le strenue membra il Pellegrin distese. Gli aleggiò intorno un sopor dolce, e nulla Per lo pian solitario o vide o intese; Ma al dileguar de le notturne larve Novo prodigio in su 'l mattin gli apparve.

Erran per l’aere Lievi, invisibili Battiti d’ale, Soffii, bisbigli.... Passano larve Presso il guanciale.