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Il Museo della debolezza è ricchissimo: ci presenta una raccolta infinita di insetti minuti, brutti, spesso schifosi, di larve striscianti e quasi invisibili; tutta una collezione di prurigini senza dolore, di aborti senza vita, di intenzioni senza energia; tutto un limbo di fantasmi di volont

Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'avere pensato a qualcosa: contemplando le croci del tranquillissimo campo, m'accorsi che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce!... A pochi passi da me, alla mia sinistra, vidi una nuova croce bianca, e su quella il nome: Maria.

Allora , allora sotto il raggio della luna danzarono a tondo a tondo le larve; ed intrecciando il ballo della catena, con feroci urli ripetevano questa nenia: Abbi pazienza, pazienza, s'anche il cuore ti scoppia. Con Dio no, con Dio non venir a contesa. Eccoti sciolta dal corpo... Iddio usi all'anima misericordia!

Era lei.... E gli rientrò addosso l'agitazione della febbre, il respiro gli si fece affannoso, la gola secca. Poi vide delle larve di donna, nude, lascive; si contorcevano in mille modi sotto a' veli del cortinaggio, l'invitavano con le braccia aperte, con gli sguardi procaci....

Ma il giovine non riguardò a quegli abbozzi, ch'erano stati i primi arditi tentativi d'una mano inesperta e forse di soverchio commossa dallo entusiasmo; si raccolse tacitamente, direi quasi con religioso sgomento, dinanzi alla tela; contemplò, studiò coll'anima piuttosto che con gli occhi quelle linee leggermente tracciate, i profili, le teste, le movenze delle figure, che sovra il fondo non apparivano ancora se non come larve nella nebbia, ma che nella sua mente egli vedeva gi

19 Lo fa con diaboliche sue larve parer da quel diverso, che solea: gigante ad altri, ad altri un villan parve, ad altri un cavallier di faccia rea. Ognuno in quella forma in che gli apparve nel bosco il mago, il paladin vedea; che per riaver quel che gli tolse il mago, ognuno al paladin si volse.

Ma fu un lampo; Aloise si padroneggiò, risospinse nel nulla tutte le larve che quella frase aveva tratte dal nulla, e con voce tremante per commozione, ma altiera, saettò con queste parole il duca di Feira: Signore, io sono il figlio di Alessandro di Montalto. Il vecchio fu colpito a sua volta, e più fieramente che non credesse Aloise.

Pieno di spavento, egli chinerá il capo innanzi a Dio; ripeterá anch'egli la nenia delle larve, e finirá esclamando: Salvami, o Signore, salvami dall'offenderti! Ma avremo, noi, lettori teologi molti?

ma se' venuto piu` che mezza lega velando li occhi e con le gambe avvolte, a guisa di cui vino o sonno piega?>>. <<O dolce padre mio, se tu m'ascolte, io ti diro`>>, diss'io, <<cio` che m'apparve quando le gambe mi furon si` tolte>>. Ed ei: <<Se tu avessi cento larve sovra la faccia, non mi sarian chiuse le tue cogitazion, quantunque parve.

Così tu, fantasticando davanti alle rovine di un vecchio convento, che l'anima tua ripopolava «di larve incappucciate», hai rievocato un momento tipico della vita passata, o, per dire più veramente, hai intravveduto nella vita passata un lampo della coscienza eterna, dell'eterno dissidio e del vincolo eterno tra la terra ed il cielo.