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E lasciata la marchesana del Carretto in custodia a due uomini, corse colla sua gente dall'altra parte del castello, donde gli era giunto all'orecchio il fragor della pugna. Qui si racconta delle valentie di due sozi, i quali non erano Teseo a Piritoo.

S'ode un bisbiglio; al fiero assalto muovono Gli ardui congegni; al ciel stridono; imbianca Ogni volto; tentenna in su l'aërea Reggia il Guerrier, piega da destra a manca; Piega, balena; con fragor terribile, Che il cielo assorda, ed ogni cor disfranca, Cade, non gi

O pali, o mummie, o blocchi di granito, Il fragor de la via non vi ridesta?... Titanico fragor che par muggito, Fischio di vento, rombo di tempesta?... Larve d’anni e di secoli travolti, Vizze foglie del tempo che fiorì, Filosofi, tiranni, eroi sepolti, L’eco non giunse a voi de’ nostri ?...

Undici minuti d'attesa angosciosa... Poi un fragor di cannonate che schiantino schiantino cento citt

Dopo la morte della figlia Cesarina. Caro è fuggir la stanca afa d'agosto Per voi cercar, e quete ombre dei faggi, Scossi e ridenti al tremolo Rezzo che manda a voi l'umida valle. Caro volger le spalle Al fragor della gente e al vasto tedio Che il piano ammorba per trovar voi, care Ombre nere dei pini, sulla via.

Da un tetto, nel fragor d’un opificio, Sotto un crollo di vôlta; Ma il grido di chi muor nessuno ascolta, Niun comprende il supremo sacrificio. Sorgono i vivi al posto degli estinti: Sul lutto è la speranza: Sconfinato è l’esercito che avanza, Serenamente calpestando i vinti: E come corron su le fosse mute I bambini festanti, Vanno le turbe, ignare e rimugghianti, Sui resti de le vittime cadute.

Si udì un calpestio precipitato, un fragor di sciabole e uno scricchiolio di rami furiosamente schiantati. Abd-el-Kerim rosso d'ira, con una frusta nella dritta e una pistola nella sinistra, apparve, e dietro a lui Hassarn e l'intera compagnia dei basci-bozuk. Egli si scagliò in un lampo sui due assalitori. Miserabile! ruggì egli, sferrando Notis in faccia.

Ma tu puoi, tu che raccogli, Eco eterna di natura Nella mano Il fragor dell'uragano; Tu che togli Alle selve, al mar, all'etra L'armonia che scande i cieli; E tra i fili della cetra Tu che Dio soffermi e sveli; Tu che cinto d'alti canti Quest'erranti Muse ancor ritorni a noi; , tu puoi, Stretta in man l'antica tromba, Trarne un suon aspro di rame, Che ci tolga dallo strame, Che ci svelga dalla tomba.

Quei sciagurati a sperdere Basta il mio brando solo.... Corro.... mi slancio.... volo.... Nulla arrestar mi può.... Ed ogni indugio a togliere, Onde accorciar la via, La cabaletta mia Due volte canterò. Sotterraneo nel palazzo di Baritono. Primadonna sola. L'ora è suonata alfin.... Qual fragor d'armi!... È desso.... è desso! schiudonsi le porte.... Tenore Baritono colla spada sguainata.

Il fragor dei carri pesanti, lo scalpitare de' cavalli commettono all'aure un mormorìo confuso ed una nebbia di polve, che sale a rapire i puri raggi del sole e rende più truce il momento della battaglia: ti avvisi di sentire nelle nubi muta mormorare la tempesta pria che dirompa sulla terra, e quella nebbia e quel mormorìo ti mettono terrore.