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Meditai, cercando la solitudine, e scrissi appoggiandomi al muro di un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'avere pensato a qualcosa: contemplando le croci del tristissimo campo, m'accorsi che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce! E che rester

Ben mi freme nell'anima, fin da quando, imprigionato in Savona, io meditai di sostituire una nuova associazione al vecchio carbonarismo, una ambizione, un orgoglio: l'orgoglio ch'io desunsi dai ricordi del nostro passato e dai presentimenti del nostro avvenire; l'orgoglio di Roma; l'ambizione di veder la mia patria sorgere, gigante in fasce, dal sepolcro, ove giace da secoli, e posarsi, grande a un tratto di pensiero e d'azione, e a guisa d'angelo iniziatore, tra quel sepolcro scoperchiato e l'avvenire delle nazioni.

Meditai, cercando la solitudine, e scrissi, appoggiandomi al muro di un cimitero. Guardando il cielo fra i neri boschi e sorridendo nell'azzurro alle larve della fantasia, io credetti d'aver pensato a qualcosa: contemplando le croci del tristissimo campo, m'accorsi che i miei pensieri furono deliri di mente malata. Tutto finisce! E che rester

La guardai in faccia sospettoso, perchè mi parve alludesse al mio caso, ma vidi che la sua fisonomia non indicava alcuna malizia, e pensando d'altronde ch'essa non poteva conoscere le mie aspirazioni mi tacqui, e meditai lungamente sulla rassomiglianza dei miei gusti con quelli del mio cane.

E allora si schiuse alla mia mente tutto un nuovo orizzonte, e meditai di prendere il direttissimo, e di recarmi in fretta e furia alla Biblioteca nazionale di Parigi, per controllare la cosa. Perché se cosí fosse, oh allora, resterebbe dimostrata, non piú la goffa e mercantile incuria d'un editore, bensí la insanabile innocenza intellettuale dei tedeschi.

Io rimasi . La rivedo ancora fare un gesto così grazioso, così disperato di impazienza! Certo deve aver detto: Dio, come l'è bell, ma come l'è stupid. El capiss no!? Allora io, cretino, meditai come avrei dovuto fare per comunicarle la risposta, che era questa: «Io sono straordinariamente stupìto». Mi posai la mano sulla fronte, e la allontanai con un gesto melodrammatico. «Ah!

Arrivato a casa, mi scinsi la sciabola: non guardai nemmeno una vecchia bottiglia che ci aveva apprestato la padrona di casa, meditai molto, riandai tutti i più piccoli episodii della strage a cui avevo assistito, poi cominciai ad appisolarmi e un benefico sonno mi tolse alle ansie, alle dolorose. ricordanze, alle considerazioni più o meno filosofiche.

Sedetti e meditai lungamente, e ripensando al passato dimenticavo il presente, e gli oggetti che mi stavano sotto gli occhi mi facevano scomparire i lontani: la distanza offuscava la vista come la nebbia. In Valtellina mi pareva di veder Milano nascosto dietro i monti, i laghi, le campagne, lontano, lontano, nell'ombre semibuie del vespero.

Ma no! sento solo le mie melanconiche fantasticaggini artistiche! Sento solo l'armonia del mio dolce passato! Ho sofferto, e i miei dolori non sono troppo preziosi, per mutarli nelle gioie banali di vita solita. Oggi mi sentii poeta. Meditai una poesia, I morti, i morti all'ospedale e i morti in battaglia i morti d'amore i morti in campagna.... Lessi i ricordi della vita di Settembrini.

Io non capii qual fosse lo stupendo Argomentar di quegl'ingegni acuti, E meditai, tuttodì il comprendo. Alla luce del Bel mi sembran muti, Se stiman colpa o ignobilt