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Cantar vorrei sue lodi, o fresche linfe: linfe fresche di Cirra, or dati bere a chi dicer d'un Febo novo brama! Girolamo sol dico, in cui non spere piú di me affaticar altrui le ninfe, ché piú di me, so bene, altrui non l'ama. H or che per prova, Amor, t'intesi a pieno I n fiamme ove giá n'alsi e 'n ghiaccio n'arsi, E cco mi tieni d'altro dol a freno.

Tanto mi parver sùbiti e accorti e l’uno e l’altro coro a dicer «Amme!», che ben mostrar disio d’i corpi morti: forse non pur per lor, ma per le mamme, per li padri e per li altri che fuor cari anzi che fosser sempiterne fiamme. Ed ecco intorno, di chiarezza pari, nascere un lustro sopra quel che v’era, per guisa d’orizzonte che rischiari.

E quale il cicognin che leva l'ala per voglia di volare, e non s'attenta d'abbandonar lo nido, e giu` la cala; tal era io con voglia accesa e spenta di dimandar, venendo infino a l'atto che fa colui ch'a dicer s'argomenta. Non lascio`, per l'andar che fosse ratto, lo dolce padre mio, ma disse: <<Scocca l'arco del dir, che 'nfino al ferro hai tratto>>.

Ivi mi parve in una visïone estatica di sùbito esser tratto, e vedere in un tempio più persone; e una donna, in su l’entrar, con atto dolce di madre dicer: «Figliuol mio, perché hai tu così verso noi fatto? Ecco, dolenti, lo tuo padre e io ti cercavamo». E come qui si tacque, ciò che pareva prima, dispario.

e l’un da l’altro come iri da iri parea reflesso, e ’l terzo parea foco che quinci e quindi igualmente si spiri. Oh quanto è corto il dire e come fioco al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi, è tanto, che non basta a dicer ‘poco’. O luce etterna che sola in te sidi, sola t’intendi, e da te intelletta e intendente te ami e arridi!

e drizzeremo li occhi al primo amore, che, guardando verso lui, penètri quant’ è possibil per lo suo fulgore. Veramente, ne forse tu t’arretri movendo l’ali tue, credendo oltrarti, orando grazia conven che s’impetri grazia da quella che puote aiutarti; e tu mi seguirai con l’affezione, che dal dicer mio lo cor non parti». E cominciò questa santa orazione: Paradiso · Canto XXXIII

Vero è che più e meno eran contratti secondo ch’avien più e meno a dosso; e qual più pazïenza avea ne li atti, piangendo parea dicer: ‘Più non posso’. Purgatorio · Canto XI «O Padre nostro, che ne’ cieli stai, non circunscritto, ma per più amore ch’ai primi effetti di l

Ivi mi parve in una visione estatica di subito esser tratto, e vedere in un tempio piu` persone; e una donna, in su l'entrar, con atto dolce di madre dicer: <<Figliuol mio perche' hai tu cosi` verso noi fatto? Ecco, dolenti, lo tuo padre e io ti cercavamo>>. E come qui si tacque, cio` che pareva prima, dispario.

Da quella parte onde non ha riparo la picciola vallea, era una biscia, forse qual diede ad Eva il cibo amaro. Tra l'erba e fior venia la mala striscia, volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso leccando come bestia che si liscia. Io non vidi, e pero` dicer non posso, come mosser li astor celestiali; ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso.

Tu dubbi, e hai voler che si ricerna in aperta e ’n distesa lingua lo dicer mio, ch’al tuo sentir si sterna, ove dinanzi dissi: