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Ed ecco piangere e cantar s'udie 'Labia mea, Domine' per modo tal, che diletto e doglia parturie. <<O dolce padre, che e` quel ch'i' odo?>>, comincia' io; ed elli: <<Ombre che vanno forse di lor dover solvendo il nodo>>. Si` come i peregrin pensosi fanno, giugnendo per cammin gente non nota, che si volgono ad essa e non restanno,

Ma saper disìo qual sia quella beata a cui tu intendi d'acquistar lode con tue eterne rime. D. Anzi sarian beate le mie rime se pareggiasser le sue eterne lode. Di TIRRENIA cantar è 'l mio pensiero. T. Di TIRRENIA? Ho più volte in queste selve il bel nome sentito; ma di lei non ho particolare altra contezza.

Ah, ch’io possa cantar fino a sentire in un gorgo di sangue il cor spaccarsi, e per delizia l’anima restarsi smemorata fra il vivere e il morire: sospesa al tremolar delle tue corde la voce, come su un azzurro abisso di cieli:

17 Ma lasciamo, per Dio, Signore, ormai di parlar d'ira e di cantar di morte; e sia per questa volta detto assai del Saracin non men crudel che forte: che tempo è ritornar dov'io lasciai Grifon, giunto a Damasco in su le porte con Orrigille perfida, e con quello ch'adulter era, e non di lei fratello.

86 Altri per tema di spiedo o d'accetta che vede appresso, al mar ricorre invano, perché dietro gli vien pietra o saetta che non lo lascia andar troppo lontano. Ma saria forse, mentre che diletta il mio cantar, consiglio utile e sano di finirlo, più tosto che seguire tanto, che v'annoiasse il troppo dire.

Indi al cantar tornavano; indi donne gridavano e mariti che fuor casti come virtute e matrimonio imponne. E questo modo credo che lor basti per tutto il tempo che ’l foco li abbruscia: con tal cura conviene e con tai pasti che la piaga da sezzo si ricuscia. Purgatorio · Canto XXVI

Enrico la pregò di non farsi sentire da altri. Era come dire a un usignuolo di non cantar in primavera.

Segue quindi le donzelle, ed esse si dileguano cantando: Il cavalier dall'armadura nera Prode in gualdane, od in levar falcon, Sa alle dame slegar la giarrettiera, Sa cantar la sirvente ad un veron. Calate il ponte, in su la saracina, Ch'egli viene a veder la sua regina.

77 Gli va gli occhi alle man spesso voltando, in dubbio sempre esser da lui rubata; lo lascia venir troppo accostando, di sua condizion bene informata. Stavano insieme in questa guisa, quando l'orecchia da un rumor lor fu intruonata. Poi vi dirò, Signor, che ne fu causa, ch'avrò fatto al cantar debita pausa.

Madri noi siamo per l’angoscia e il pianto, non per cantar su rosee culle un canto: cantalo tu