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Ma sobbalzò: gli era parso di sentire lontani scoppi di risa, e voci confuse.... Impugnò la rivoltella e attese. Le voci s'avvicinarono. No, diceva Serafina scherzosamente; e a quel no, seguiva un fruscìo di sottana come di donna che corra.... lui certo l'inseguiva.... se ne sentivano i passi: poi più nulla. Un usignuolo cominciò i suoi soavi gorgheggi nel folto, poco discosto dallo Striati.

Allorchè era nel bosco e svolgea le sue querele il solitario usignuolo, quasi venisse l'augello pietoso compagno alla sua mestizia, stava Marcellina ad udirlo con placida quiete, come cara si ascolta la voce dell'amicizia.

Qui Giuliano s'avvide di parlare a sua madre, e di parlarle come ad un amico nelle mutue confidenze di amore. Arrossì, chinò il capo, e non osò più dire. La signora Maddalena stava ad ascoltare, come colui che camminando in sul far dell'alba, se ode il canto di un usignuolo, s'arresta e teme di sturbarlo che voli via.

Dunque un tuo libro battezzar si vuole di fabbro una bottega o legnaiuolo. Deh! canta autunni e tempi e luna e sole, e crediti a tua posta un usignuolo; dedica, imprimi, a tuo modo ti regola; ma tu mi par stizzita una pettegola. Gl'impostori scrittor d'allora in caldo appiccorno question co' buon scrittori.

Enrico la pregò di non farsi sentire da altri. Era come dire a un usignuolo di non cantar in primavera.

Quel giardino era tutto un mondo agli ocelli suoi, un mondo popolato di creature innocue ed allegre, su cui non posava mai ala di nibbio; l'ippocastano era un conservatorio che dava le più belle vocette ed i migliori cantori dell'universo; lo dirigeva un usignuolo; uno stornello faceva con molta buona volont

«Oh potessi io stringerti tra queste braccia! «Oh, io poso sul tuo seno e languisco, e le tue erbe e i tuoi fiori premono il mio cuore. Tu estingui l'ardente sete che mi divora, dolce brezza del mattino! Tu mi porti il canto dell'innamorato usignuolo, che m'invita dal nebbioso fondo della vallata. Eccomi! Eccomi! Dove io vo? Dove? «Lassù, lassù io aspiro!

T'invasa furor divino: e intoni su te díssono canto, come il fulvo usignuolo non mai sazio di pianto, che, chiuso nel suo duolo, Iti Iti per tutta la sua vita piange, di mali innumeri fiorita. Oh! la sorte del garrulo usignuolo! Le membra un Nume a lui cinse di penne; dolce vita gli die', scevra di lagrime. Me attende, a farmi a brani, una bipenne.

La notte era splendida e calma; si sarebbe potuto leggere, al raggio lunare, la più microscopica scrittura di donna; e, tranne il gorgheggio sommesso di un usignuolo, che rompeva l'aria a intervalli, per l'ampia vallata non errava che il suono de' miei passi e di quelli del campanaro che mi seguiva zoppicando.

Bravo!... bravo! disse il burlone entrando: e faceva l'atto di battere le mani, volto al promesso sposo cui eran cadute le braccia e la chitarra. Voi cantate come un usignuolo! Oh, benedetto! ma io vi voglio alla caserma, voglio che mi facciate un po' divertire i miei carabinieri che s'annoiano maledettamente senza far nulla.... Via, perchè avete lasciato cadere la chitarra!