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Ah, ch’io possa cantar fino a sentire in un gorgo di sangue il cor spaccarsi, e per delizia l’anima restarsi smemorata fra il vivere e il morire: sospesa al tremolar delle tue corde la voce, come su un azzurro abisso di cieli:

Salì e discese la montagnola: e giunta all'imboccatura della grotta, sedette ai piedi di un'antica statua di Diana, in attitudine di donna stanca e smemorata, chiedendosi umilmente con infantile semplicit

CORONA. O smemorata me, ch'ora me lo ricordo! Ma dimmi: è di Teofilo? LIVIA. Non sai che solamente vi si fa menzione di Merlino, Limerno e Fúlica? CORONA. Troppo me lo ricordo! Ma che fusse di tuo fratello Camillo mi pensava. LIVIA. Tu non pensasti dritto: è di Teofilo.

Mortella. Tanto sei smemorata! E mi domandi un atto di fede? Ti prego, ti prego: lasciami alla mia sera. Lasciami serbare il mio silenzio, col pugno su la bocca. Costanza. Non si può. Quest’ora non torner

Ma tu m'ami, dunque, tu m'ami? chiese l'ammalata, balzata in quel momento in una calda e rapida transazione del suo amore, che le faceva ancora scusare, perdonare, scordar tutto, che la consegnava cieca, sorda, smemorata, in braccio ad una più potente, ad una più salda illusione. Egli la copriva di baci. Oh! se l'amava! Se aveva sofferto.... Oh la sua Milla! la sua Milla adorata!

Allora un amore ideale... Altro che ideale, romantico, vi dico: anzi nessuna dichiarazione d'amore era avvenuta. Ella era donna per bene, madre di due graziosi bambini a cui io facevo da bambinaio, perchè la servetta era una smemorata, un'arfasatta, come sovente sono nei nostri paesi.

Eccovi la mia carta di visita... Oh! la smemorata...! Cercava la mia carta nelle tasche del vostro soprabito... Ebbene: io mi chiamo Anna Maria contessa di Karolystria. Il visconte diede un balzo che proiettò sulla contessa una mitragliata di foglie. Avete pratica della cittadella di Borgoflores? domandò egli con qualche ansiet

Carattere assai più felice di quello che essa riconosceva in suo marito, la contessa Elena Malatesti poteva anche consolarsi di una freddezza che veniva a lei come la prima e sola rivelazione dello stato matrimoniale. Non aveva da far paragoni, allora, per vedere in quella freddezza smemorata un'offesa. I paragoni li avrebbe fatti poi, e come!

Lidia era a letto; dormiva, quando rincasai. La scossi leggiermente, la pregai di voler dimenticare, l'ottenni ben facile, e l'alba dell'indomani sorse tranquillissima per noi, smemorata d'ogni chiaroscuro spiacevole.

Ma lo sentivo a poco a poco salire, invadermi, abbracciarmi, ubbriacarmi... era in me, ne’ miei sensi, nel colore de’ miei vivi capelli, entrava, m’irradiava tutto l’essere, mi empiva di estate l’anima... E poichè i miei polsi erano congiunti, sentii che una mano li strinse, li piegò, mi curvò, smemorata, nella fiamma del raggio di sole...