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Il maestro Cavalletti aveva la moglie, otto figlioli, stesso ed una servetta da mantenere; è vero che esercitava due professioni: dava lezioni di pianoforte ad una lira per lezione prezzo da provincia, e sonava la viola nell'orchestra del teatro, quando il teatro era aperto, che è quanto dire soltanto nel carnovale. Ma erano sempre undici persone a vivere sul lavoro di dieci dita.

Attesi: Quando fu notte alta, vidi fra le ballerine apparire la servetta della mia signora polacca a cui la frase, vergognati con gli occhi fuori della testa, non produceva alcun effetto morale. La Polonia, dunque, era sola in casa. Allora mi avviai, ed ero ben risoluto: il cancelletto era aperto e la sabbia del viale non produceva alcun rumore. Povera e buona signora!

Al quarto piano d'uno de' mastodontici palazzi del Vasto, un nuovo rione risultato dalla bonifica delle paludi, rimpetto alla stazione ferroviaria, il maestro direttore d'orchestra Sponzilli la cui moglie, scappatagli di casa con un tenore, era finita di febbre gialla in America abitava l'interno 4 con la figliuola Sofia e una servetta, l'Emilia, che in casa chiamavano Milia una contadinotta di Corleto Perticara.

Tina stessa aveva dovuto provarlo, prima di essere accolta come apprendista da quella bustaia. Poichè alla mamma era capitato per un'estate di villeggiare presso una famiglia di signori, Tina entrò come servetta presso due vecchie zitellone, che vivevano di una piccola rendita fabbricando fiori di tela per le chiese.

La Nina, una povera servetta senza esperienza, còlta di sorpresa, nella sua suggezione, nella sua paura, al buio, di notte, accanto al marito quasi morente, dominata dalla forza d'una passione brutale e poi spaventata dal sofisma del fallo compiuto, dopo essere stata vittima, si credette quasi complice del tradimento. E tacque e simulò.

La servetta si precipitò per le scale, urlando. E su per ogni pianerottolo s'apersero subito altri usci, e nel cortile si popolarono tutte le finestre. Una voce, dall'alto disse: Chi s'è buttata? Un'altra rispose: La Sponzilli... La figlia del maestro di musica. Dall'altra parte. Nella via Brindisi... E dalla via Brindisi un vocio confuso e crescente salì alle finestre.

La servetta fece un dispettuccio che sfuggì agli occhi del maggiordomo, e che si poteva tradurre così: Ih, quanta superbia! diventa mio marito, e te la farò dar giù io. In questo punto si udì una lunga scampanellata che fece trasalire i nostri personaggi. È il signor conte che mi chiama, esclamò Marta. Accorri, accorri subito, disse il maggiordomo spaventato.

La signora Chiara non avrebbe del resto avuto bisogno alcuno dei racconti della sentimentale servetta per essere persuasa della grande bont

Signorina Marangi, disse Milia scusate tanto se vi disturbo. Io vado per una commissione e lascio sola la mia signorina. Mi volete dare occhio alla porta? La Marangi levò il capo. Rispose: Va bene. Si rimise a scrivere. S'udì lo sbattere della porta e Milia scese le scale, canticchiando. Era così alto il silenzio che la Marangi udì, chiaramente, la voce della servetta in cortile.

La furba servetta nondimeno finse d'abbassare gli occhi modesta e con piglio vezzosamente imbarazzato rispose: La sua proposta mi onora al certo, ma mi riesce cotanto inaspettata... ch'io non saprei risponderle subito qui... sui due piedi... Voleva farsi un po' preziosa. L'ingenuo maggiordomo parve stupirsi ed aggiunse colla sua sciocca vanit