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Schiave e servi andavano e venivano fra la sala da pranzo e le cucine, attraversavano il cortile, entravano in certe porte, salivano e scendevano; saranno state cinquanta persone in movimento, e non si sentiva una voce, un passo, un fruscìo.

E il signor Prospero Gentili, zio materno e tutore della signorina Adele Ruzzani, fanciulla romantica come vi ho detto, e milionaria, come avrete capito, gittò il suo mozzicone dal loggiato nel sottoposto cortile; indi seguì il cavaliere Tiraquelli, sottoprefetto di Castelnuovo Bedonia, nella sala di ricevimento.

Un'ala del palazzo appariva ancora illuminata, e stando nel cortile si potevano vedere alcune figure dipingersi come ombre sulle vetriere. La duchessa stava col

Il signor Nicola aperse la finestra che guardava sul cortile, e chiamò: Martino? Eccolo.... rispose il domestico avvicinandosi. Che cosa fai? Ho aperto il cancello. E non hai veduto che non ci sono vetture? Ho veduto. Ebbene, ora che fai? Aspetto la vettura....

Un'altra porta l'introdusse nel secondo cortile, ancor più tristo del primo. Emilia ne giudicava alla fioca luce del crepuscolo, vedendone le alte mura tappezzate d'ellera e di musco, e le merlate torri giganteggianti. L'idea di lunghi patimenti e d'un assassinio le colpì l'immaginazione d'improvviso orrore. Questo sentimento non diminuì allorchè entrò in una sala gotica, immensa, tenebrosa. Una face che brillava da lontano traverso una lunga fila d'arcate serviva solo a renderne più sensibile l'oscurit

E una vecchia, curva come un tronco abbattuto, attraversò il cortile con una lanterna in mano e miagolò: Vengo, Lisa! e voi andate l

Si fermarono così ambidue nel mezzo del cortile.... il lampione, per la nebbia, formava come una grande e rossa aureola intorno ad essi, la quale riusciva a rischiarar qualche poco gli atrii, lo scalone e le finestre del palazzo; il Palavicino vi gettò un'occhiata; questa bastò perchè la sua faccia, in un subito, tutta quanta si bagnasse di lagrime.

Ma un clamore venne dal cortile: i Garibaldini avevano scoperto la cucina e il caldaione degli gnocchi. Ah, Borbonici, canaglia! Avevate da mangiare e ce lo negavate! Borbonici della malora, che vi porti via il diavolo! Ma fra quelle voci irritate, furiose, una vocina sorse: Viva Garibaldi! La piccolina, in mezzo ai Garibaldini, agitava il suo cappelluccio col pomo di seta tricolore.

Nel passare sotto la porta carrozzabile per entrare nel cortile, Fabio domandava al guardaportone alto, solenne e tutto tronfio di portare la livrea della antica casa principesca, se Sua Eccellenza era tornata.

Ciò, brava la ragazza! E cantavo roba del suo paese, cantavo! Eccola... Ma appena la suora appariva in fondo alla sala un grido infantile risuonò, un grido che ci fece trasalire. Saliva un gran vocio dal cortile e gl'inservienti s'urtavano, accorrendo. Suor Carmelina scomparve. Che sar