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E fra otto giorni bisogna avere le cinquemila lire, e le avremo. Io sono ricca, così dicono tutti nel paese, non ho il babbo da un pezzo, e l'anno passato mi è morta anche la mamma, non mi rimane che lo zio, il tutore; domani egli sar

Ella è anche, se non erro, il tutore, o lo zio, o il padre della signorina Clelia? Precisamente. E la signorina Clelia è ella incomodata? Non credo. Però da un pezzo non frequenta queste sale... Fa i suoi gusti.

Enrico si dichiarò debitore delle tremila lire al marchese e promise nella ricevuta di restituirgliele quando fosse andato in possesso della propria sostanza. Della mesata insufficiente fissatagli dal tutore non si fiatò. Non si ricordò di parlarne.

Poi mezz'ora dopo cogli occhi rossi di pianto, si fece portar nascosto in una carrozza al cimitero per visitare il luogo dov'era stato sepolto. Di ritorno a casa Enrico trovò il notaio Martelli suo tutore, che lo aspettava per abbracciarlo.

La signorina Adele Ruzzani, poichè questo è il nome della ragazza, è qui, sempre giusta le voci che corrono in Castelnuovo, col suo zio e tutore signor Prospero Gentili. Di buona voglia, adunque? notò il priore. Sembra; disse quell'altro.

Che sia poi il suo tutore, questo è sicurissimo. Che confusioni.... che pasticci! Oh, del resto è una famiglia distintissima. I Cantasirena sono nobili. Nobili? Nobili triestini? domandò il Casalbara, che pur sorridendo ironicamente, prestava molta attenzione a queste notizie.

A mattina andò dal tutore e gli spiattellò senza reticenze la sua avventura della sera innanzi. La fu una scena di inenarrabile delusione per lui, una tempesta di maggio, un finimondo. Il tutore gli fece una parrucca che non finiva più. Egli era un di quegli uomini che non crederebbero di far il loro dovere se non quando s'accorgono d'avere ben tormentata la loro vittima.

E la povera Elisa trascurata, infelice, ma orgogliosa nel suo dolore s'era fatta intanto donna. Il tutore non badava più all'Enrico. Disperava di cambiargli la testa. "Chiudeva un occhio per non inquietarsi" come diceva lui.

Grande di Spagna di prima classe, il Pretore procedeva a sinistra del Re e gli stava di fronte, a capo coperto, nelle cappelle reali. Generale di cavalleria, esso avea il comando supremo di tutte le truppe cittadine. Alle opere filiali del Senato era preposto e sovraintendeva con vigile cura. La Tavola o Banco, fondazione del Comune, avea in lui il mallevadore de’ capitali privati; in lui il tutore supremo il Monte di Piet

A chi doveva rivolgersi?... Al suo tutore?... E da chi, e come doveva farsi presentare?... E così, mille dubbi sorgevano, mille difficolt