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Comunque, non essendo gravemente ferito, Cozzo, ed alcuni dei rimasti, al grido di: Viva l'Italia! che partiva dai liberatori capitanati dalle nostre eroine, si precipitarono sul cancello, riunironsi ai nostri, e tutti insieme, lanciaronsi nell'interno, sulla guarnigione, la quale, benchè numerosa, fuggiva spaventata in tutte le direzioni.

Il silenzio è obbligatorio: disteso a caratteri neri sul fondo bianco della muraglia in faccia al cancello, diveniva, di ora in ora, odioso e intollerabile per dei giornalisti che avevano passata la vita tra il chiasso delle redazioni. Era una ingiunzione che ci riduceva a una ragazzaglia di casa di correzione.

Dammi un bacio! Quando ritornarono alla villa, fecero tutta la strada assai lentamente: Nora sempre al braccio di Pietro, gaia, giuliva, saltellante.... Pietro, invece, agitato, inquieto. E quando di nuovo, furono dinanzi al piccolo cancello, Nora, staccandosi da Pietro per entrare, stringendo, allungando le labbra, gli mandò ancora un ultimo bacio. Mio, ricordati! mormorò. E passò innanzi.

Martino, su via, presto, corri ad aprire il cancello del cortile, fa entrare la vettura che ha condotto il signore... animo, corri.... Non era possibile interromperlo, e Martino era gi

Non riceveva mai nessuno, e solamente in una sera di settembre, sull’imbrunire, un signore smilzo, in occhiali, si presentò al cancello della villa, e chiese del capitano. Gli fu aperto da Mosè che lo introdusse nel salotto, e corse a chiamare il padrone. Il capitano parve sorpreso assai di quella visita.

Il signor Nicola aperse la finestra che guardava sul cortile, e chiamò: Martino? Eccolo.... rispose il domestico avvicinandosi. Che cosa fai? Ho aperto il cancello. E non hai veduto che non ci sono vetture? Ho veduto. Ebbene, ora che fai? Aspetto la vettura....

O tranquilla palazzina di Médan, ieri violata dalla volgare persona degli uscieri, umili strumenti di una giustizia indegna di chiamarsi tale, quando aprirai a due battenti il tuo cancello al profugo artista? Allora veramente entrer

Augusto alzò gli occhi sul calendario, lesse un proverbio rovinato e la nota di un pranzo immaginario ed inutile; scrisse una frase, rialzò gli occhi e si pose a guardare il ritratto..... un ritratto appiccato al muro; quando li riabbassò, la frase non andava più bene e la cancellò.

Come furono al camposanto, la carrozza si fermò; Guido saltò a terra ed aiutò la signora a discendere, in quella che il custode della necropoli, aperto il cancello, si faceva incontro ad essi col berretto in mano.

Pareva che queste ultime parole lo colpissero fortemente. Affrettò il passo, uscì dal cancello, si mise in traccia di sua moglie, ripetendo lo stesso ritornello della sera antecedente: dove diavolo sar