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Tratto tratto ella parlava dei suoi mali fisici, delle inquietudini del padre per la salute di lei: giudicava che egli fosse più abile d'una suora nel curare gli infermi.

La morente pareva assopita: un respiro lieve, ma affrettato, le usciva dalle labbra assottigliate, aride, livide, semiaperte; le mani brancicavano con moto macchinale il lenzuolo; le palpebre richiuse apparivano così affondate nelle occhiaje che avreste detto non esservi più di sotto il bulbo; la fronte libera, dai capelli tirati indietro, pareva enorme, il viso invece stremenzito non maggiore di quello d'una bambina. La suora di carit

e tre fïate intorno di Beatrice si volse con un canto tanto divo, che la mia fantasia nol mi ridice. Però salta la penna e non lo scrivo: ché l’imagine nostra a cotai pieghe, non che ’l parlare, è troppo color vivo. «O santa suora mia che ne prieghe divota, per lo tuo ardente affetto da quella bella spera mi disleghe».

La zia Carlotta entrava sorretta dalla suora. Nino con le labbra livide le disse: Vieni via. Non guardare. E le afferrò la mano. Ma Carlotta, col viso nel fazzoletto, singhiozzò: E' la figlia di mia sorella! Dell'unica mia sorella! Devo chiuderle gli occhi. E si fece avanti. Nino uscì rapido. La suora condusse Carlotta alla barella più discosta, e scoperse il viso di Valeria.

Rimboccò fino a' gomiti le maniche del lungo camice grigiastro e si mise a frugare tra' suoi ferri. Intanto, piegato sulla cassetta ov'erano riposti, senza nemmeno voltarsi, diceva alle guardie: Voialtri andatevene, pel momento. Poi vi chiamerò. Andiamocene disse il Guglielmi a Cosentino. Nel corridoio incontrarono la suora che portava la catinella.

e tre fiate intorno di Beatrice si volse con un canto tanto divo, che la mia fantasia nol mi ridice. Pero` salta la penna e non lo scrivo: che' l'imagine nostra a cotai pieghe, non che 'l parlare, e` troppo color vivo. <<O santa suora mia che si` ne prieghe divota, per lo tuo ardente affetto da quella bella spera mi disleghe>>.

Era quivi in disparte certa suora, che al romore, alle cose, al parapiglia, non s'era mai degnata d'uscir fuora, come chi saviamente si consiglia. D'una bellezza è tal, che, se in un'ora la descrivessi, farei maraviglia: bianca, ben fatta, giovine, d'un viso, d'un occhio, d'un guardar di paradiso.

E, vinto il primo sgomento, s'affrettò innanzi solo per trovare il nonno da . Fu invece Andrea che vide lui, e pregò una suora, che aveva accanto, di chiamare il fanciullo. Vieni; disse suor Maria facendosi incontro a Carlo, il tuo nonno è l

Di quella vita mi volse costui che mi va innanzi, l’altr’ ier, quando tonda vi si mostrò la suora di colui», e ’l sol mostrai; «costui per la profonda notte menato m’ha d’i veri morti con questa vera carne che ’l seconda. Indi m’han tratto li suoi conforti, salendo e rigirando la montagna che drizza voi che ’l mondo fece torti.

giovane e bella in sogno mi parea donna vedere andar per una landa cogliendo fiori; e cantando dicea: <<Sappia qualunque il mio nome dimanda ch'i' mi son Lia, e vo movendo intorno le belle mani a farmi una ghirlanda. Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno; ma mia suora Rachel mai non si smaga dal suo miraglio, e siede tutto giorno.