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SCATIZZA. Le conosco meglio di te, cosí gli venisse il cancaro! Vo' che tu vegga. Chi mi domandava s'io ne sto male; chi s'i' la torrei per moglie; chi diceva ch'ell'era in molle in dormentorio, che s'asciugava; chi ch'ell'era in soppresso nel chiostro. Un'altra mi disse: Tuo padre ebbe figliuoli maschi? Oh! Io fui per dire: Ebbe un ca...cameto.

Pietro Laner era il solo che mancava. Dov'era andato?... Tutti vollero toccare il bicchiere colla duchessa Eleonora, ed essa aveva per tutti una grazia che pareva un invito, un sorriso che pareva una promessa. Verrò un giorno a visitare il vostro studio io sola.... coll'Evelina! diceva piano all'Arcangeli; e a Pio Calca domandava il ritratto, stringendogli la mano furtivamente.

Sei tornata? ripigliava il birro con aria paterna, tentando di carezzare il mento alla giovane. Giù le mani, signor Lucertolo! essa rispondeva, percotendo con un pugno, che non era leggero, il braccio destro dell'agente. E perchè sei tornata, di grazia? domandava il birro con garbo insinuante.

Hai visto che begli occhi? domandava a Emilia, quando passeggiavano. Hai visto che bella figura?... Cesare coglieva il momento in cui passava, qualche deforme, per chiedere alla giovanetta: Ha visto, che bel naso?

Non anche si ristoravano dello affanno sofferto, che videro i nostri Conti entrare nella stanza uno scudiere del Re, il quale per parte del suo signore intimava che tosto si rendessero a Corte. «Sapete voi la cagione della chiamata, scudieredomandava il Cerra con mal celata impazienza.

Nel passare sotto la porta carrozzabile per entrare nel cortile, Fabio domandava al guardaportone alto, solenne e tutto tronfio di portare la livrea della antica casa principesca, se Sua Eccellenza era tornata.

Concettella gettò un grido a quella parola arrestato. Ella seguì Bambina che correva da una stanza all'altra, picchiando le mura ed i mobili, rimuginando ogni cantuccio, rimuovendo tutto, non vedendo neppure la giovane donna che la seguiva e le domandava: Ma chi siete voi, signorina? Chi sono io? Sono sua sorella. E voi? Chi siete voi? Che fate voi qui? Da quanto tempo siete voi qui?

Ed oggi, ecco, ella gli stava davanti ancora, fervida e sottile, ardente e leggiadra, e Nino, immobile, col cuore palpitante, si domandava se essa lo ravviserebbe. A un tratto ella volse gli occhi verso di lui e lo fissò con sguardo fermo e profondo. Tanto a lungo ella lo guardò che gli parve che tutti dovessero accorgersene, e Nino si sentì mancare il respiro per la commozione.

Mezzo svestito com'ero mi precipitai verso la scaletta ove s'accalcavano uomini in camicia, donne scapigliate, discinte, alcune delle quali si trascinavano dietro o tenevano in collo dei bambini quasi ignudi, cascanti dal sonno. E chi gridava, e chi piangeva, e chi si raccomandava al Signore, e chi bestemmiava, e chi domandava con piglio istupidito: Cos'è?

Egli raccolse in fretta gli amici a manipolo, e destro come un giocoliere, li fece scorrere in un cassetto dello scrittoio, che tosto richiuse, in quella che per pigliar tempo, domandava con voce melliflua: Chi è? Son io, Salati. Ah, il nostro dottore! disse il Salati, aprendo l'uscio al compare Collini. Appunto vi aspettavo, per chiudere il banco. Orbene? entrò subito a dimandargli il dottore.