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A misura che si avvicinavano, ammirava la gotica struttura, le superbe torri, la porta immensa dell'antico edificio; essa credeva quasi d'avvicinarsi ad uno di que' castelli celebrati nell'istorie antiche, dove i cavalieri vedevano dai merli un campione col suo seguito, vestito di negra armatura, venire a strappar la dama de' suoi pensieri dall'oppressione d'un orgoglioso rivale.

L'aria fredda e umida di quel luogo, il cupo silenzio che vi regnava, e un fioco raggio di luna che traversava una finestra gotica, avrebbero senza dubbio risvegliata in chiunque la superstizione; ma essa in quel punto non aveva altro pensiero che il suo dolore.

Il seguente al sorgere dell'aurora, resa fosca dai nebbioni che ingombravano tutto il lago ed i monti, s'udì un lontano trarre d'archibugi che destò e pose in allarme i Capitani ed i soldati del Medici che stavano in Bellaggio; accorsero le schiere armate alla sponda ed alle navi per vedere che fosse, ma la nebbia, che come un fitto velo copriva ogni cosa, impedì che scoprissero ove precisamente accadeva il combattimento, che ben però arguirono essere ingaggiato sulla sponda di prospetto presso Tramezzo fra la schiera del Pellicione e la colonna nemica. Falco, impaziente di recarsi a combattere, corse in traccia di Gabriele e di Sarbelloni, e trovatili nel palazzo Stampa, dove in una gotica sala stavano deliberando in proposito, disse loro con gran premura: "Udite, udite! i nostri di l

Entrammo, attraversammo due o tre grandi stanze nude e senza pavimento, ingombre di mucchi di terra e di rottami, salimmo una scala, e riuscimmo sur un'alta tribuna dentro la chiesa, che è uno dei più belli e nobili monumenti dell'arte gotica. È una sola grande navata, divisa in quattro vòlte, i cui archi s'incrociano sotto ricchi rosoni.

Fu architettura romana, decadente via via piú, non dissimile, ma meno splendida della bizantina; ondeché si vede chiaro qui ciò che del resto ognun sa oramai, quanto sia falso il nome di «gotica», dato poi a quell'altra architettura molto posteriore, tutto diversa, anzi contraria, degli archi acuti e delle colonne sottili.

Che ne sapevo io? Era così strano il modo come ci eravamo amati, così singolare il modo come ci amavamo! Non mi conosceva; non la conoscevo. Da un momento ad un altro, lei che non era nulla, era diventata tutto per me. Che donna era? Forse non sarebbe venuta. Forse l'avrebbero trattenuta. Invano cercavo dominare questo senso invincibile di sgomento. Pure l'albergatore, un cortese e famigliare uomo che non vedeva mai nessun forastiero, non si accorse di nulla; è vero, io era pallido, gli occhi miei vagavano, distratti, le mie mani avevano la febbre, ma sorridevo, scherzavo anche. Nei tre giorni avevo visitato il paesello, la sua chiesa gotica, la sua manifattura di lana sopra un fiumicello l

Aveva in origine due campanili, ma ora ne rimane in piedi uno solo che forse non fu mai finito ed è mezzo rovinato. Le finestre sono ad archi romani. Una facciata assai irregolare, con tre porte di architettura gotica, produce una strana impressione, perchè nella porta di mezzo si apre una finestra circolare che non va affatto d'accordo col resto dell'edificio.

Noi siamo dunque vicini ad un monasterodisse il conte; ed il battello avendo spuntato un capo molto alto, videro il convento di Santa Chiara in fondo ad una piccola baia: il bosco che lo circondava, lasciava vedere parte dell'edificio, la porta maggiore, la finestra gotica dell'atrio, il chiostro ed un lato della cappella; un arco maestoso che univa anticamente la casa ad un'altra porzione degli edifizi, allora demolita, restava come una rovina venerabile staccata da tutto l'edifizio.

Si può dire soltanto a sua lode che è assai ben situato. Nel centro esiste intatto il santuario di San Francesco: una piccola cappella gotica, che stona vivamente con ciò che la circonda. Fu edificata in questo luogo in memoria dell'apparizione delle rose che avrebbe suggerito al santo, mentre pregava devotamente, di fondare il famoso ordine. Tavole votive e doni sono appesi nell'oscuro oratorio, costellato qua e l

Paolo aveva la faccia d'uno che ha giuocato qualche bel tiro al prossimo e se la gode; quell'altro, una figura gotica in giubba e cravatta bianca, con un palmo di collare sulla nuca e due braccia di coda sotto la schiena, con una tuba enorme da museo, aveva l'aria di sognare ancora e mi fece due o tre inchini rispettosi e spaventati come s'io fossi stato l'imperatore della China.