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Oggi per gli altri fui impaziente e risoluto: per me sono sempre stato un somaro e uno schiavo. È primavera. Rinverdiscono gli alberi: tornano le rondini.... Un poco di pace, un poco di pace! cessi l'odio.

Seppe per via che i Francesi, invece di fare la strada di Asti a Parma, ch'era la retta, si avanzavano per la parte di Cremona, onde impaziente di affrettarsi prese a cavalcare verso le sponde del Po.

Non toccare il Sinrun!... Ah! sento che tu non ami Kabango. Sei pieno di odio per lui. , lo odio. Perchè ti amo! E odio anche il tuo custode Bagamoio, quel bruto che passa il suo tempo a spalmarsi di erbe puzzolenti e a spiare tutti i miei movimenti. Il mio amore non ammette ostacoli. Sale impaziente e audace come i serpenti della foresta alla conquista della sua casa. Tu, tu, Mabima!... Ti amo!

Avete ragione, amico mio, rispose la vedova tristamente; avrei dovuto, forse sin dal giorno, in cui acconsentiste a fidanzarvi a Gabriella, dirvi quanto sapeva di lei; ma mi pesava troppo il farlo: ora ve ne dirò il perchè... Marco era impaziente. D'altronde, continuò ella, voi nulla mi chiedeste allora; vi accontentaste di quanto vi dissi... Proseguite, proseguite...

Il matrimonio doveva aver luogo quasi subito. Aldo era impaziente, e Nancy innamorata. E il Libro aspettava. Quindi Valeria partì per Milano a preparare il corredo, e Nancy doveva seguirla una settimana dopo. L'ultima sera nella villa Solitudine, Clarissa salì da Nancy per darle la buona notte in camera nella grande camera vuota in cui il capolavoro non era stato scritto.

Vittorina aveva finito, impaziente e capricciosa, per pregare Folco d'essere più assiduo.

Enrico era impaziente di andar a pagare i debiti fatti la sera prima. Erano i primi debiti di sua vita e gli rimordevano la coscienza. Diede dunque ragione al marchese e se ne andò ringraziandolo di nuovo con espansione.

Ma l'omaccione insisteva: era impaziente: con un po' di buona volont

Stettero ambedue qualche tempo alla finestra, ma tutto rimase tranquillo. Emilia, giubilante, camminava a gran passi per la camera, chiamando sottovoce Valancourt, e tornava quindi alla finestra, dove non udiva altro che il mormorio del vento tra le frondi. Annetta mostravasi impaziente quanto lei; ma la prudenza le decise infine a chiudere la finestra, ed andarsene a letto.

Ed io so invece che da qualche tempo ei vive in grandissimo timore non sia la sua sorella per perdere la grazia del re. Questo non sarei lontano dal crederlo. Zitto.... silenzio.... corsero allora molte voci per la sala. Tu se' incauto a parlar così; s'egli ti udisse, guai! Guai! lo dico anch'io. Io sono impaziente di sapere quel che fu e quel che ne sar