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La reggia era un edificio stupendo; tutte le meraviglie, tutte le delizie, tutte le ricchezze dell'Oriente vi erano state accumulate a larga mano.

Nessun'imagine, nessuna nicchia, nessuna cappella, un unico altare sotto un tabernacolo a cupola, il tutto come nelle antiche chiese cattoliche tedesche trasformate in templi protestanti. Casamari pareva appunto una di quelle. Non ricordo di aver visto mai in Italia altro edificio di stile gotico di così bella semplicit

I cocchieri bestemmiano Per le marmoree vie... E salutano agli angoli I Cristi e le Marie. Spesso la fame, squallida Larva, i tugurii invade... E cogli aranci i pargoli Giuocano nelle strade. Oggi si muta in ghiaccio L'umor delle fontane... E le camelie sbocciano Col sol della dimane. Ogni edificio è un'ampia Mole che in cielo ascende... E a vivere sul lastrico Il cittadin discende.

Ed eglino pure, a simiglianza de' loro antenati, andarono rintracciando il bello quasi sempre negli accidenti esteriori della spiegazione de' concetti e della dizione, fermandosi, per cosí dire, sul limitare di un edificio a dar giudizio intero di tutto il complesso della sua bontá.

La Chiesa, negli anni precedenti la sua vittoria finale, si era profondamente trasformata per effetto della lenta elaborazione de’ suoi elementi, avvenuta fra le intermittenti persecuzioni del secondo e del terzo secolo, ed aveva colmato l’abisso che la separava dal mondo. Nella morale, era discesa dalle pure altezze del Vangelo e del Cristianesimo primitivo e si era avvicinata allo stoicismo; nella filosofia, aveva costrutto un grande edificio teologico, adoperandovi i materiali del platonismo; nel culto, aveva plasmato le sue cerimonie su quelle dei Misteri. Infine, era riuscita ad organizzare un Cristianesimo pratico ed accettabile dal mondo. Una parte considerevole del suo patrimonio intellettuale era di origine estranea. Ma essa aveva saputo così intimamente collegarlo con ciò che aveva di essenzialmente proprio e speciale, da assicurare la continuit

Giovanni XXII gettò le fondamenta della rocca di Avignone, e risale alla sua epoca la maggiore torre, detta Trouillas, la quale si estolle colossale, tuttochè non ultimata. Nel veder sorgere davanti ai loro occhi questo edificio, i cittadini di Avignone, attoniti, non potevano comprendere quale fosse la sorte riservata alla loro patria. Giovanni prese ad abitare la sua fortezza, e si fu da questa che scagliò nel mondo i fulmini delle sue scomuniche, i quali andarono a colpire anche Lodovico il Bavaro; ivi accolse pentito l'antipapa Pietro di Corbara, ed ivi lo tenne prigioniero fino alla sua morte. Giovanni XXII morì nel 1334, in et

Ma a render saldo un edificio di piet

La Corte si disponeva a dare all’Europa notizia di ciò che avea fatto per l’ingrato argomento; ma l’Airoldi, a cui, spettatrice l’Europa, veniva a crollare il grande edificio storico, chiedeva, non persuaso ancora, di appellarsi a giudice più competente di Hager.

Ogni giorno che passa è una casa, un edificio che cade sotto il piccone inesorabile del muratore, e con esso un ricordo che si dilegua dalla memoria di chi resta. E non pure il passato, ma anche il presente cade a brandelli. I fatti avvenuti ieri s’involano agli occhi nostri precipitando nel baratro delle memorie irrevocabili. Nel tempo che fugge s’incalzano con rapidit

Ed è giusto avvertire che alcuni anni innanzi era stata perpetrata una comica frode, per ragione della quale la sorveglianza era divenuta più del solito oculata. Una signora inglese, desiderosa di conoscere de visu l’interno del monastero, travestita da uomo, era entrata con altri uomini, visitatori del grande edificio.