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La Chiesa, negli anni precedenti la sua vittoria finale, si era profondamente trasformata per effetto della lenta elaborazione de’ suoi elementi, avvenuta fra le intermittenti persecuzioni del secondo e del terzo secolo, ed aveva colmato l’abisso che la separava dal mondo. Nella morale, era discesa dalle pure altezze del Vangelo e del Cristianesimo primitivo e si era avvicinata allo stoicismo; nella filosofia, aveva costrutto un grande edificio teologico, adoperandovi i materiali del platonismo; nel culto, aveva plasmato le sue cerimonie su quelle dei Misteri. Infine, era riuscita ad organizzare un Cristianesimo pratico ed accettabile dal mondo. Una parte considerevole del suo patrimonio intellettuale era di origine estranea. Ma essa aveva saputo così intimamente collegarlo con ciò che aveva di essenzialmente proprio e speciale, da assicurare la continuit

Era naturale che per lei quella questione ardente non rimanesse letteraria soltanto; al concetto naturalista e fatalista dello Zola ella infatti contrappone il concetto teologico cattolico; e nel 1844, in una polemica con Luis Alfonso, critico favorito dei salotti aristocratici, protestava contro l'opinione che faceva di lei un Zola femminino o per lo meno un'attiva discepola del rivoluzionario francese.

²¹³ Iulian., 203, 4 sg; 205, 5 sg. Insieme al discorso sul Re Sole, Giuliano ci ha lasciato un altro trattato teologico, ed è il discorso, o inno, come si voglia chiamare, alla Madre degli Dei, che l’entusiasta imperatore scrisse, in una notte, a Pessinunte, mentr’era in marcia per la spedizione contro i Persiani. Lo scritto, faticoso e confuso come tutte le manifestazioni filosofiche e teologiche di Giuliano, comincia con una deliziosa e nota leggenda che Giuliano ci racconta con la genuina semplicit

L’editto del Cusani suscitò un pandemonio. Ecclesiastici insigni furon chiamati a dare il loro avviso. Un parere teologico diede P. Benedetto Piazza; uno canonico, P. Francesco Burgio: un altro, mezzo teologo, mezzo canonico, il molto Reverendo P. Giuseppe Gravina: tre scrittori di primo ordine. L’Arcivescovo con tutta la sua autorit

Mentre nel mondo del pensiero teologico e nelle grandi discussioni dei Concilî ferveva questo movimento pel quale si innestavano le idee platoniche sul tronco del monoteismo e si creava una dogmatica tutta a tesi incomprensibili e, appunto per questo, imposte come articoli di fede, il Cristianesimo, diffondendosi in tutti gli strati sociali, si sostituiva al Paganesimo, paganizzandosi e diventando idolatra. E così doveva essere, perchè le condizioni intellettuali dell’umanit

Pose mente a tutta la suppellettile poetica lasciatagli da' trovatori e dai trovieri ed alla popolaritá loro. Pose mente alle poesie de' siciliani ed alla popolaritá della loro lingua e de' loro metri. Pose mente allo spirito religioso, meditativo, teologico, scolastico del suo secolo, ed alla popolaritá di tutti gli argomenti desunti dalla fede.

Fissati questi punti fondamentali, guardiamo un po’ più da vicino il pensiero di Giuliano. Il suo sistema teologico è contenuto nelle due dissertazioni, intorno al Re Sole la prima, alla Madre degli Dei la seconda. Nella confusa esposizione della dottrina, non è facile determinare la rispettiva competenza di questi due personaggi, i quali, nella loro azione, s’intralciano l’un l’altro. Ma, a tale determinazione, non pensava, certo, nemmeno Giuliano, il quale, come egli stesso ci narra, ha scritto quei trattatelli, di notte, fra mille preoccupazioni di imperatore e di generale, con una ispirazione affrettata, venuta da qualche impressione fuggitiva. Il discorso sul Re Sole è dedicato a Sallustio, e fu scritto in tre notti, col solo aiuto della memoria.